“E’ stato compiuto – dice Nicosia – un sopruso istituzionale, un’ingiustizia nei confronti di una città indifesa, senza rappresentanze politiche, che prende schiaffi da chiunque e senza avere la possibilità di difendersi. Né io, né tutti gli amministratori che hanno governato questa città negli anni passati hanno subito l’infiltrazione della criminalità nell’azione amministrativa.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Anche l’ultimo sindaco, Giovanni Moscato, lontano da me anni luce politicamente, va a casa immeritatamente per un preciso disegno politico e per una legge sullo scioglimento per mafia che va cambiata subito. Non può può essere una commissione prefettizia a determinare una scelta così grave, ma almeno una commissione bicamerale. Lo scioglimento del Comune puzza di mandato politico. Il mio Comune ha dato fastidio a tanti. Parlare male della città è come prendere l’ascensore per fare carriera”.
Lo scioglimento del Comune di Vittoria non è andato giù a don Beniamino Sacco, parroco da anni impegnato sul fronte antimafia. L’avere appreso che Vittoria entra a fare parte delle città sciolte per mafia è un’offesa quasi personale.
Negli anni passati, per diversi anni ho organizzato marce e manifestazioni proprio contro questo male oscuro che, come un tarlo, corrode le radici di un popolo. Come conseguenza anch’io ho dovuto subire minacce da parte di chi trama nel buio e non ha il coraggio di presentarsi con la propria faccia.