“Un’esperienza davvero indimenticabile ed essenziale per la mia formazione di professionista medico legale”.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Il calatino Aldo Liberto, dottore in Medicina Legale, guidato dal Prof. Cristoforo Pomara, Ordinario di Medicina Legale presso l’Università di Catania, ha partecipato al “72nd Annual Scientific Meeting dell’American Academy” of Forensic Science in Anaheim (California). Al congresso, svoltosi dal 17 al 22 febbraio 2020, hanno preso parte circa 5000 professionisti da oltre 70 paesi, centinaia di Università, medici legali, genetisti, antropologi e biologi forensi. Tutti quanti riuniti per un unico obiettivo: promuovere la professionalità, l’integrazione, la competenza, l’educazione, la ricerca, lo sviluppo e la collaborazione tra le diverse discipline forensi. A riguardo, quindi, il Dott. Aldo Liberto, ascoltato dalla redazione de “I Fatti”, ha raccontato a tutti i lettori questa sua esperienza davvero indimenticabile ed essenziale per la propria formazione di professionista medico legale.
Dott. Aldo Liberto cosa rappresentano per lei gli studi in Medicina Legale? E cosa le ha spinto a partecipare ad un meeting internazionale come quello dell’American Academy of Forensic Science? “Gli studi in Medicina Legale rappresentano per me sia un grande traguardo ricco di tanta passione, dedizione e sacrifici sia un trampolino di lancio per la mia futura carriera. Mi sono laureato in Medicina nel 2015 e nel novembre 2019 mi sono specializzato in Medicina Legale presso l’omonimo istituto dell’Università di Catania guidato dal Prof. Cristoforo Pomara, Ordinario di Medicina Legale. La mia partecipazione al meeting è stata spinta da tanti fattori ma quello decisivo è stato suggerito dal Prof. Pomara, il quale ritiene essenziale, da sempre, ai fini formativi del professionista medico legale il confronto e l’esperienza con realtà differenti. Ed ecco, quindi, il mio sì all’adesione al 72nd Annual Scientific Meeting dell’American Academy of Forensic Science in Anaheim (California)”.
Qual è stato il tema affrontato da tutti i partecipanti al congresso? “Il meeting è stato molto interessante perché ci ha permesso di confrontarci riguardo alle metodiche e alle linee guida applicate nei vari contesti forensi (il sopralluogo giudiziario, l’esame autoptico e l’esame istopatologico, nonché gli studi complementari quali la tossicologia forense, la genetica forense e così via), di entrare in contatto con le numerose realtà nazionali che partecipano attivamente all’attività giudiziaria forense (i RIS di Messina o i colleghi di altre Università italiane, come l’Università di Foggia, Ferrara, de “La Sapienza” di Roma), nonché con le tantissime realtà straniere, in particolar modo, con quella d’oltre oceano dalla quale abbiamo poco o nulla da invidiare, se non la quantità di fondi disponibili alle Università e alle Aziende. Infine, durante il congresso, ho avuto modo di presentare anche il mio lavoro: “Shallow-Water Blackout: A Rare Case of Death During Pool Free Diving”. Si tratta di un caso di morte in acqua, ma non per la comune morte da annegamento, molto raro. La presentazione è stata tutta in lingua inglese e , a riguardo, ringrazio il gruppo “Iron Maiden” ed il Prof. Mario Tamburino del Liceo Scientifico di Caltagirone dai quali ho potuto imparare sostanzialmente buona parte della lingua straniera che conosco. Credo sia andata molto bene, quanto meno non sono incespicato”.
Infine, al meeting moltissimi sono stati i partecipanti, anche provenienti da altre parti del mondo. Tuttavia, ad Anaheim in California in quanti, provenienti dalla Sicilia, hanno preso parte oltre a lei? “Per l’edizione 2020 del congresso, ha preso parte un’intera equipe tutta siciliana. Oltre alla rappresentanza dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Catania, guidata dallo stesso Prof. Cristoforo Pomara, è partita alla volta del Congresso anche il gruppo della medicina legale dell’Università degli Studi di Palermo, guidato dalla Prof.ssa Antonella Argo, ed il dott. Salvatore Roccuzzo, anch’esso calatino, rappresentante dell’Università degli Studi di Messina. Quest’ultimo, infine, ha avuto la possibilità di presentare anche il suo lavoro: ‘Surgical Fire: A Case Report, Literature Analysis, and Medicolegal Considerations’. Ebbene, posso affermare che questa esperienza è stata un’opportunità e motivo di orgoglio anche della nostra amata terra, la Sicilia”.
Alessandro Annaloro