Il Governo dice sì, per l’anno 2018-2019, all’assunzione di 57.322 unità.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Nello specifico, si tratta di contratti a tempo indeterminato per 43.980 docenti su posto comune, 13.342 docenti su posto di sostegno, 46 unità di personale educativo, 212 dirigenti scolastici e 9.838 unità di personale Ata.
Dunque, una gran bella infornata di organico in entrata che, in questo modo, colma, per l’anno 2018-2019, i posti rimasti completamente vuoti negli scorsi mesi.
“Quest’anno” – ha affermato il Premier Conte – “abbiamo garantito un numero di contratti a tempo indeterminato maggiore rispetto all’anno scorso e i sindacati lo sanno. Siamo partiti dalla copertura del turn over e cercheremo poi di coprire quanti più posti vacanti possibili “.
Anche il titolare del Miur, il ministro Marco Bussetti, soddisfatto ha dichiarato che “dobbiamo ridare centralità, fiducia, autorevolezza, governance, inclusione, diritto allo studio, edilizia scolastica, innovazione metodologico-didattica alla scuola”.
Nonostante fosse una bella notizia, come riporta ilfattoquotidiano.it, Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, segnala che “molti posti su cui sono state autorizzate le assunzioni non potranno essere coperti per mancanza di aspiranti”. E il problema sta nel fatto che “i percorsi Fit da cui si dovrebbe attingere non sono ancora stati conclusi”. Il sindacato chiede allora che si trovi una soluzione, che sia garantita giuridicamente “la copertura dei posti dal primo settembre per chi nel frattempo concluderà la fase concorsuale in atto. Diversamente, le cifre tanto sbandierate in questi giorni sarebbero da ridimensionare“.
Sempre su ilfattoquotidiano.it, sulla questione è intervenuto anche il sindacato Anief: “È una decisione che ci lascia sconcertati”, ha dichiarato il presidente nazionale Marcello Pacifico. Il sindacalista, inoltre, denuncia che le autorizzazioni sono al di sotto delle aspettative: “L’amministrazione procede soltanto con l’autorizzazione per le immissioni in ruolo di un posto su dieci in organico di diritto; mentre continua l’esclusione dalle procedure concorsuali riservate” – dice annunciando di essere pronto a rivolgersi al tribunale – “dopo che la Buona Scuola aveva ignorato la presenza degli educatori, come se fossero docenti di un altro Paese”.