“Grazie per mantenere le scuole aperte per bambini”: nonno scrive all’Azzolina

“Grazie per mantenere le scuole aperte per bambini”: nonno scrive all’Azzolina. Leggi la lettera emozionante di un nonno di 63 anni.

Ecco la lettera emozionante di un nonno di 63 anni indirizzata alla Ministra Azzolina:

Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!

Gentile dott.ssa Azzolina,

sono un nonno di 63 anni che, inizialmente da inoccupato e da quest’anno da pensionato, accudisce da 5 anni le sue nipotine di 6 e 3 anni, in supporto alla famiglia della mia primogenita.
Lavorando mia figlia in ospedale e il suo compagno in uno dei settori “indispensabili”, ho vissuto i mesi del confinamento della tremenda scorsa primavera insieme alle mie meravigliose nipotine. Cercando di fare loro mancare il meno possibile l’assenza della scuola materna e della naturale vita “da bambini con i bambini” che questa comporta.
Al pari di qualsiasi genitore, solo coloro che (sicuramente molti) hanno vissuto direttamente un’esperienza come questa riescono a capire davvero che cosa significhi per un bimbo (così come, immagino, per qualsiasi adolescente) essere privato della possibilità di andare a scuola.
Ritengo che lei, nei mesi scorsi, sia stata sottoposta ad un attacco. Tanto pretestuoso quanto vergognoso, che ha pochi precedenti nella vita politica del nostro Paese. Ciò ha indignato chiunque abbia a cuore la nostra istituzione scolastica, in particolare dopo i “maltrattamenti” che ha subito negli ultimi decenni.
Sicuramente ha troppo di cui occuparsi per avere tempo di leggere queste righe, ma vorrei comunque ringraziarla di cuore per avere continuato a sostenere, per citare un grande poeta della musica italiana, “in direzione ostinata e contraria” la necessità di mantenere la scuola aperta ai nostri bambini.
Senza la sua insistenza nel sostenere quanto ciò fosse importante, mi sarei perso la gioia e l’entusiasmo con cui mia nipote mi racconta ogni giorno tutte le cose bellissime che sta imparando con la sua prima esperienza nella scuola elementare.
Ancora, grazie.

– Massimo

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sono un nonno di 63 anni che, inizialmente da inoccupato e da quest’anno da pensionato, accudisce da 5 anni le sue nipotine di 6 e 3 anni, in supporto alla famiglia della mia primogenita.
Lavorando mia figlia in ospedale e il suo compagno in uno dei settori “indispensabili”, ho vissuto i mesi del confinamento della tremenda scorsa primavera insieme alle mie meravigliose nipotine. Cercando di fare loro mancare il meno possibile l’assenza della scuola materna e della naturale vita “da bambini con i bambini” che questa comporta.
Al pari di qualsiasi genitore, solo coloro che (sicuramente molti) hanno vissuto direttamente un’esperienza come questa riescono a capire davvero che cosa significhi per un bimbo (così come, immagino, per qualsiasi adolescente) essere privato della possibilità di andare a scuola.
Ritengo che lei, nei mesi scorsi, sia stata sottoposta ad un attacco. Tanto pretestuoso quanto vergognoso, che ha pochi precedenti nella vita politica del nostro Paese. Ciò ha indignato chiunque abbia a cuore la nostra istituzione scolastica, in particolare dopo i “maltrattamenti” che ha subito negli ultimi decenni.
Sicuramente ha troppo di cui occuparsi per avere tempo di leggere queste righe, ma vorrei comunque ringraziarla di cuore per avere continuato a sostenere, per citare un grande poeta della musica italiana, “in direzione ostinata e contraria” la necessità di mantenere la scuola aperta ai nostri bambini.
Senza la sua insistenza nel sostenere quanto ciò fosse importante, mi sarei perso la gioia e l’entusiasmo con cui mia nipote mi racconta ogni giorno tutte le cose bellissime che sta imparando con la sua prima esperienza nella scuola elementare.
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