Covid-19, OMS: “La pandemia sta rallentando”: aggiornamenti

Covid-19, OMS: «la pandemia sta rallentando»: aggiornamenti. Test solo su chi manifesta i sintomi, nuova ondata di contagi?

Covid-19. Continuano i contagi in tutto il mondo, ad esempio in  India sono saliti a 3,1 milioni mentre i decessi sono 58 mila, secondo i dati della Johns Hopkins University. In cima alla classifica rimangono gli USA con 5,7 casi e 178 mila morti. Segue il Brasile con 3,6 milioni di contagi e 116 mila vittime. In totale i casi nel mondo sono saliti a 23,8 milioni, mentre i decessi sono a quota 819 mila.

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Ma secondo l’OMS, la pandemia sta rallentando in tante altre parti del mondo, in particolare a calare sono tassi di mortalità e di infezione, in particolare nelle Americhe, ad eccezione del Sud-Est asiatico e dell’area orientale del Mediterraneo. In Africa sarebbe stato superato quello che è apparso come un picco, secondo la direttrice regionale dell’Oms Matshidiso Moeti.

Ma il Ministro della Sanità del Sud Africa non la pensa esattamente allo stesso modo, rifiuta l’ipotesi e teme sia solo passata una prima ondata: «E potrebbe essercene un’altra». L’OMS riporta i dati di un rallentamento negli ultimi sette giorni: sono stati registrati 1,7 milioni di casi e circa 39 mila nuovi decessi. Si tratta di un calo dei contagi del 5% a livello mondiale, del 12% rispetto alla settimana precedente.

Negli Stati Uniti sono state redatte delle nuove linee guida che prevedo la verifica di un eventuale contagio solo in caso di di sintomi conclamati. La decisione dei Cdc, le agenzie americane per il controllo e la prevenzione sanitaria, ha sollevato diverse critiche da parte degli esperti. Poco chiare ancora le ragioni dietro la decisione dei Cdc, che farebbero pensare a motivi più politici che scientifici.

Questo escluderebbe dai test gli asintomatici quindi almeno la metà delle situazioni in cui il virus si trasmette, considerando che è frequente la manifestazione dei sintomi solo dopo alcuni giorni il contagio. Infine le nuove linee guida rivelerebbero molto meno casi dei reali. Negli USA, lo stesso New York Times, non rilasciando dichiarazioni, ha inoltrato molte domande sul caso al ministero della Sanità.

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Foto articolo: Immagine di repertorio

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