È giunta all’epilogo la triste storia di violenze e maltrattamenti subiti da una giovane donna catanese: grazie al fulmineo intervento della pattuglia del commissariato Nesima
– che, nell’occorso, è stata coadiuvata da personale dell’Esercito, impegnato nell’operazione “Strade Sicure”- nella mattinata di ieri è stato arrestato il pregiudicato M.G., responsabile del reato di stalking nei confronti dell’ex convivente.
La scena, che facilmente avrebbe potuto tramutarsi in tragedia, si è svolta nella zona di Nesima, luogo dove la vittima si trovava ricoverata, all’interno di una struttura protetta: una misura, adottata dall’Ufficio Minori e Stalking della Divisione P.A. della Questura, che si era resa necessaria a causa delle ripetute querele per maltrattamenti e lesioni che erano state presentate già dal 2011. Completamente ubriaco e farneticante frasi ingiuriose, M.G. ha tentato di aggredire la donna e la sua figlioletta mentre, uscite dall’Istituto, stavano recandosi presso gli uffici dell’Assistente Sociale. Solo l’intervento della Polizia di Stato e della pattuglia dell’Esercito ha scongiurato il peggio: l’uomo, infatti, è andato immediatamente in escandescenza, diventando sempre più violento; a bordo del suo scooter (peraltro già in stato di sequestro per commesse violazioni al C.d.S.) aveva inseguito la sua vittima e con quello stesso veicolo ha tentato di darsi alla fuga all’arrivo dei poliziotti. Bloccarlo non è stato semplice: i fumi dell’alcool, infatti, l’avevano reso sordo a ogni invito alla calma.
Alla fine, però, l’uomo è stato messo in sicurezza e condotto negli uffici del Commissariato, dove è stato stilato il verbale di arresto che lo ha poi portato – su disposizione del P.M. di turno – ad essere rinchiuso nelle camere di sicurezza.
Quella che si è conclusa ieri è una dolorosa vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, una donna e la sua piccola: la prima costretta a subire violenze e angherie (in un’occasione, M.G. arrivò persino a fratturarle il setto nasale), la seconda privata della serenità propria dell’infanzia, atteso che le scenate e le aggressioni alla madre avvenivano spesso in sua presenza. L’intervento degli uomini della Questura (dell’UPGSP in coordinamento con l’Ufficio Minori e Stalking e, da ultimo, del Commissariato Nesima) ha interrotto questa pericolosa escalation, riconducendo il violento, alla fine, al luogo che si è volutamente scelto: dentro una cella.