Caltagirone, sorpresi mentre abbandonano dei rifiuti nel Bosco Santo Pietro: tre i denunciati

Scoperto un sito all’interno del Bosco Santo Pietro di Caltagirone dove venivano abbandonati dei rifiuti. I Carabinieri del Nucleo Agro Ambientale, Alimentare e Forestale di Catania con la collaborazione della Stazione Carabinieri di Granieri,  nell’ambito di controlli di natura ambientale, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria tre persone del posto in quanto scoperte  ad abbandonare dei rifiuti nella strada provinciale 34 all’interno di  un sito di notevole importanza naturalistica.

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I soggetti sono stati denunciati ai sensi dell’art. 733 bis del Codice Penale per deterioramento di un sito naturale protetto.

Il Bosco Santo Pietro rappresenta il residuo di una antico querceto, il più vasto dell’Italia Meridionale, esteso un tempo fino a 30.000 ettari posizionato nel calatino ma che si spingeva fino a Gela, nel Nisseno, e Scoglitti, nel Ragusano; il bosco è famoso per le sue sugherete che hanno costituito un grosso cespite economico, nei secoli scorsi, per la città di Caltagirone.

La macchia di verde negli ultimi tempi ha subito numerosi attacchi, non solo per l’abbandono di rifiuti, ma anche per incendi che hanno devastato vaste superfici della Riserva Naturale,  prelievo irregolare e in quantità eccessiva di sughera e allevamenti abusivi.

Nella medesima giornata unitamente alla Stazione Carabinieri di Mazzarrone i Carabinieri del Centro Anticrimine Natura di Catania hanno accertato nel territorio alcune irregolarità nella gestione dei sottoprodotti del settore della viticoltura, nel comune di Mazzarrone, contrada Lavoro. Residui di raccolta sono stati gestiti senza apposita registrazione e comunicazione, in difformità alla normativa comunitaria. I resti della raccolta di uva e dei processi di vinificazione fanno parte di  una filiera complessa che consente la valorizzazione della biomassa di minor pregio, come le fecce o le vinacce, che conservano ancora valore negli impianti finalizzati al recupero energetico, ma anche per la valorizzazione dei terreni come ammendanti, o se destinati in impianti per la produzione di grappa attraverso la distillazione dei sottoprodotti di vinificazione.

Le irregolarità vengono tempestivamente segnalate all’Ispettorato Controllo Qualità e Repressione Frodi di Catania, per la competenza in materia.

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