Caltagirone, scomparso per la seconda volta lo striscione “Verità per Giulio Regeni”

I simboli hanno un valore inestimabile perché incarnano ideali, fede, persone, come Giulio Regeni, per la quale ancora si lotta in cerca della verità.

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Un’associazione ha lottato per portare uno striscione “Verità per Giulio Regeni” a Caltagirone. Il termine “lotta” non è esagerato, perché si è portata avanti una battaglia affinché fosse esposto lo striscione su un edificio pubblico di notevole importanza.

Lasciamo “parlare” lo striscione, riportando il post condiviso da Luca Giarmanà, cittadino di Caltagirone, sul suo profilo Facebook.

«Salve a tutti. Sono lo striscione “Verità per Giulio Regeni”. Per la seconda volta, sono sparito.
Vorrei raccontarvi un po’ la mia storia, penso sia importante.

Sono nato quest’estate. Ho tanti fratelli in giro per l’Italia, ma a Caltagirone mancavo. Così, dei ragazzi hanno richiesto di appendermi sulla facciata del Comune di Caltagirone, Palazzo dell’Aquila. Ero emozionatissimo: parliamo del palazzo più prestigioso della città!

Il Sindaco della città però disse di no, non mi voleva sulla facciata del Comune, e quando gli venne chiesto perché rispose che la motivazione stava “in re ipsa”. Io non parlo latino, quindi ho cercato su Google, e ho trovato che vuol dire che “la motivazione va da sé”.

Boh, non ho capito, ma per fortuna chi mi ha fatto nascere è tenace e non si è arreso. Così mi hanno appeso alla Loggia. Non sarà il Comune, ma era comunque in piazza. Un posto super visibile.

Purtroppo, dopo neanche 48 ore, dei vandali mi hanno preso, mi hanno strappato dal mio bel posticino, mi hanno picchiato, appallottolato e buttato di lato.

I ragazzi sono rimasti molto delusi, ma ancora una volta non si sono arresi. Allora hanno chiesto un posto inaccessibile a eventuali vandali: la facciata di palazzo Libertini. Però il Sindaco della città ha di nuovo detto di no. Sosteneva che disturbassi “l’armonia architettonica”. Ma come, signor Sindaco? Mio fratello di Bologna è a Piazza Maggiore, quello di Firenze a Palazzo Vecchio. Mah, non capivo.

Però i ragazzi non si sono arresi ancora. Hanno chiesto un altro posto ancora: la Biblioteca comunale. Qui era più complesso, perché hanno dovuto mettere di tasca propria dei soldi per farmi montare sin lassù da una ditta specializzata, il Comune non ha voluto coprire le spese.

Però eccomi, ero finalmente svettante sulla città. Hanno pure fatto un’inaugurazione. Peccato che non c’era nessun ragazzo a parte quelli dell’associazione, e nessun rappresentante dell’Amministrazione, che era stata invitata. Avranno avuto impegni più importanti.

Però, dopo neanche due giorni, sono sparito nuovamente. Non so come, non perché, non so se volontariamente, non so da chi o da cosa. Non ho occhi e non ho orecchie. Sono solo uno striscione. Però non è arrivata nessuna solidarietà dalle Istituzioni. Nessuno sa nulla di me. Che peccato.

Forse Caltagirone non è pronta per me. Forse ciò che bisognerebbe fare sarebbe un nuovo striscione con su scritto “Verità per lo striscione con su scritto “Verità per Giulio Regeni””. Non lo so. Spero che la città abbia un moto di riscatto. Spero di vedere uno, dieci, cento, mille striscioni nei balconi delle case e delle scuole. In fondo, non è una cosa così grave. Se sono stato pestato, picchiato e fatto sparire. Sono solo uno striscione. Però portavo la storia di un ragazzo. Un ragazzo che, come me, è stato pestato, torturato, ucciso e fatto sparire. Da vigliacchi come quelli che mi hanno fatto del male. Perché questo siete, cari nemici miei: vigliacchi.

Ma c’è chi è più forte di voi. Chi continua a lottare, con coraggio, con determinazione, con la testa dura come un muro di pietra.

E allora strappatemi altre cento volte, e poi mille ancora. Ci sarà sempre chi sarà pronto a espormi di nuovo, a espormi più forte.

Il coraggio è più forte della paura. E chi ha coraggio non si arrende mai».

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