Lunedì 23 luglio, alle 11, l’assessore regionale alla Cultura e Identità siciliana Sebastiano Tusa, alla presenza del sindaco Gino Ioppolo, illustrerà la sezione archeologica del Museo regionale della Ceramica, che apre i battenti a piano terra e in parte del primo piano dell’ex convento di Sant’Agostino. Si tratta del prestigioso edificio interessato da consistenti interventi di ristrutturazione, ma già nelle condizioni, senza attendere che comincino e vengano conclusi gli attesi lavori, di ospitare alcune delle collezioni del Museo.
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Con il trasferimento, nell’immobile di Sant’Agostino, di alcune delle collezioni del Museo, si realizzano gli impegni assunti nel corso della visita a Caltagirone dello stesso assessore, avvenuta lo scorso 9 giugno. In quella circostanza si concordò sulla necessità che, entro le festività di San Giacomo (giornata – clou il 25 luglio), patrono di Caltagirone, potesse essere perfezionato il trasferimento, al piano terra e al primo piano dell’edificio in questione, già pronti grazie a precedenti interventi e utilizzati in occasione della tappa calatina del Giro d’Italia di ciclismo, della collezione preistorica oggi ospitata nella sede di via Giardino pubblico e di altri reperti. Scandita pure la presumibile tempistica della gara d’appalto per l’avvio dei lavori che comporteranno l’utilizzo di ben 8,6 milioni di euro. A questo proposito fu chiarito che le lunghe procedure sono ormai in dirittura d’arrivo: il progetto sarà validato a breve ed entro il 2018 potrà essere individuata l’impresa aggiudicataria dei lavori, che dureranno 36 mesi.
“Siamo impegnati, in piena sinergia con la Regione, proprietaria dell’immobile – afferma il sindaco Gino Ioppolo – su un doppio versante: il pieno recupero, attraverso il più celere possibile avvio dei lavori, di un complesso di grande importanza per assecondare e favorire il decollo culturale e turistico della città, e intanto l’immediata apertura della parte dell’edificio già utilizzabile, rendendone così possibile la pubblica fruizione e prevenendo possibili fenomeno di degrado dovuti alla sua chiusura”.