Caltagirone, beni confiscati alla mafia

Si chiama “Testimoni di terre liberate” il progetto approvato dalla Giunta municipale con il quale il Comune di Caltagirone partecipa all’avviso pubblico, con procedura valutativa a sportello, per l’individuazione di interventi di recupero e rifunzionalizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata, previsti dalla Regione siciliana nell’ambito del Pon Legalità.  La delibera, dopo il completamento dell’istruttoria, ha ricevuto il via libera dalla Segreteria tecnica per la gestione del Pon Legalità 2014-2020 del Dipartimento della Pubblica sicurezza dello stesso Ministero dell’Interno.

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Il progetto, redatto dall’Ufficio tecnico comunale – importo 1.337.565,00 euro – prevede il recupero e la rifunzionalizzazione della masseria Bongiovanni, bene confiscato alla mafia che rientra fra gli immobili affidati in concessione gratuita per 20 anni, lo scorso gennaio, alla Caritas diocesana, individuata dopo selezione pubblica per la gestione dei beni che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) ha trasferito al Comune. Si tratta di terreni agricoli, per circa 32 ettari, con annessi fabbricati rurali. I fondi e i fabbricati in questione si trovano in località Renelle – Bongiovanni e sono i beni confiscati in applicazione della legge contro la criminalità organizzata a Sebastiano Rampulla, nato nel 1946 e morto nel 2010.

La Caritas contempla un investimento di 1.116.000 euro (fondi propri per 200mila, gli altri da acquisire attraverso finanziamenti pubblici e le entrate riconducibili alla ripresa dell’azienda agricola), finalizzati alla riattivazione dell’uliveto, del vigneto e del mandorleto, al recupero dei fabbricati con la realizzazione di un palmento e l’avvio di varie attività sociali. Previsto l’impiego di una decina di operai. Il progetto “Testimoni di terre liberate” si inserisce in questo contesto di azioni.

“Si tratta – sottolinea il sindaco Gino Ioppolo – di un passo avanti significativo in vista del definitivo finanziamento dei lavori, che comporteranno l’utilizzo di questo bene secondo una funzione altamente sociale e produttiva. Si avvicina a grandi passi il raggiungimento di un risultato primario per l’Amministrazione. Il principio di legalità, infatti – conclude Ioppolo – non va puramente declamato, ma convintamente praticato”.

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