WiKinKiesta Chi è l’animale? III – In Sicilia, le colonie… feline

WiKinKiesta Chi è l’animale? IV  -In Sicilia, le colonie… feline

 Come sono regolate per legge le colonie feline

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Nel nostro Paese l’affezione al gatto riguarda moltissimi cittadini. Alcuni possono permettersi di ospitare in casa questo elegante felino e condividere con lui quasi ogni momento della giornata. Altri invece preferiscono dedicarsi a quelle che vengono identificate come “colonie feline“. A livello territoriale poi, le statistiche mostrano che in alcune regioni dello Stivale il gatto risulta essere il primo tra gli animali domestici. In Sicilia la sua presenza è piuttosto forte e radicata negli affetti dei cittadini. Nell’Isola ci sono tantissime varietà di gatti e sarebbero in aumento le colonie feline curate dagli amanti di questo animale o da volontari animalisti.

La legge

Ogni attività umana è regolata da leggi e normative e anche per quanto riguarda le colonie, il legislatore ha disposto una serie di regole che vanno osservate. La legge che ne disciplina l’esistenza e la “conduzione” è la Legge regionale n. 15 del 2000. Vediamo cosa stabilisce.

Il Legislatore ha demandato alle Regioni l’attuazione dei principi fondamentali nell’ambito degli animali d’affezione. Tali principi sono descritti nella Legge quadro n. 281 del 1991. A distanza di oltre 30 anni dalla sua emanazione è attualmente il testo di riferimento. La legge regionale n 15/2000 promuove il benessere e la tutela degli animali. Vieta il maltrattamento e ne sancisce il principio, in un periodo nel quale non costituiva ancora reato penale. La legge poi condanna il reato di abbandono di animali.

Il gatto

La definizione del gatto, nella Legge quadro, è quella di un animale in libertà. Questo felino infatti può vivere liberamente in strada, sia che venga accudito o meno da cittadini. La definizione di colonia felina si ha quando due o più gatti vivono stabilmente in un certo territorio. Questi gatti non possono essere allontanati, scacciati, perseguiti o indotti con la paura ad abbandonare questi luoghi.

Bisogna tuttavia considerare che coloro che si occupano della colonia felina, sono obbligati alla rimozione di eventuali avanzi di cibo, sporcizia, e quant’altro. Proprio allo scopo di non alterare la condizione del territorio e di garantire la cura degli animali stessi. La norma stabilisce i principi fondamentali, ma lascia libertà alle Regioni per l’attuazione di questi principi. Sono poi gli enti territoriali che provvedono sulla base della propria potestà legislativa.

La Sicilia ha disciplinato la materia appunto con la legge regionale 15/2000 denominata “Istituzione dell’anagrafe canina e norme per la tutela degli animali da affezione e la prevenzione del randagismo”. La regolamentazione delle colonie feline è descritta ampiamente nell’articolo 18 della normativa che è definito come: Protezione dei gatti in libertà. Va notata la distinzione tra gatto, inteso come singolo individuo, e colonia felina (costituita da almeno due gatti).

Il censimento

I Comuni hanno facoltà di censire le colonie e per far questo possono ricorrere a convenzioni con associazioni animaliste, stabilendo gli importi delle spese rimborsabili.

La sterilizzazione

Se lasciati incontrollati e liberi di procreare liberamente, i gatti accrescono numericamente e rapidamente la popolazione. Si pensi che una cucciolata mediamente genera 4 cuccioli e a sei/otto mesi, il gatto è già potenzialmente adulto in ambito sessuale e quindi può riprodursi. Spetta alle ASL la sterilizzazione dei gatti adulti e la loro reintroduzione nel territorio. All’atto della sterilizzazione vengono identificati con una piccola “S” tatuata. E tuttavia molto diffusa la pratica dell’apicectomia auricolare (un piccolo taglietto sulla sommità di un orecchio).

A cura di Giorgio Consolandi

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