WeekinKiesta: Sempre più cremazioni

Si continua ad assistere ad un incremento del ricorso alla cremazione soprattutto al Nord, che ha una maggiore presenza di impianti, mentre da pochi anni si rileva un trend positivo anche al Sud. In aumento anche i dati registrati al Centro.

La pratica della cremazione è una consuetudine millenaria in Oriente, mentre in Occidente la sepoltura è la modalità prevalente. Tuttavia, per molti, questa scelta divenne un modo per manifestare la propria avversità contro la fede cristiana: esprimeva la volontà di affermare che, con la morte, tutto finisce e non c’è resurrezione dei corpi. Possiamo perciò comprendere perché la Chiesa all’inizio vi si oppose fermamente.

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Le cose cambiano nel Novecento, quando si comprese che la scelta della cremazione non è fatta in spregio alla fede cristiana ma per altre ragioni. Nel 1963 Paolo VI promulgò un’istruzione nella quale si affermava che la cremazione non impedisce di esprimere la fede cristiana nella resurrezione dei corpi.

Recentemente una nota del Dicastero ha chiarito alcune questioni in merito alla conservazione delle ceneri e alla prassi della loro dispersione. Le ceneri vanno conservate in apposite urne, in un luogo sacro (il cimitero), per non sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana.

Si consente, tuttavia, alla famiglia di “conservare una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto». Non si consente la dispersione delle ceneri, perché impedirebbe di avere un segno che sia memoria del defunto e un luogo perché la comunità cristiana possa ricordarlo nella preghiera.

Non è permessa la conversione delle ceneri in ricordi commemorativi, pezzi di gioielleria o altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione.

Nel nostro paese negli ultimi vent’anni si è potuto assistere a un sensibile aumento della cremazione. Secondo i dati diffusi dall’ISTAT nel 2021, se nel 2000 la cremazione ha interessato 30.167 decessi, nel 2021 ne ha interessato 709.035.

In dati percentuali, si è passati dal 5,38% al 34,44%, portando il nostro Paese al quarto posto per numero di cremazioni eseguite in Europa, dopo Gran Bretagna, Germania e Francia.

Il costo esatto del forno crematorio è stato imposto per il 2021 a 511,60 €. I forni crematori non sono sempre presenti in ogni comune italiano, sarà quindi premura delle pompe funebri prescelte di calcolare i costi del trasporto funebre.

E’ possibile richiedere la cremazione anche di resti mortali inumati da almeno 10 anni o tumulati da almeno 20. Deve esserci una previsione testamentale scritta o, in alternativa, la richiesta del coniuge o di tutti i più prossimi congiunti del defunto all’unanimità.

La cremazione viene negata in mancanza di:

  1. volontà espressa dal defunto tramite testamento o comunicazione a voce a uno o più familiari;
  2. volontà del coniuge, del familiare più prossimo o della maggioranza assoluta di essi. Tale dichiarazione deve essere manifestata all’ufficiale dello stato civile del comune di decesso o di residenza.
  3. volontà espressa tramite l’iscrizione ad associazioni riconosciute che abbiano nel proprio statuto il fine di cremare le spoglie degli associati. La volontà espressa in questo modo vale anche se il parere dei familiari è sfavorevole.
  4. volontà espressa dai legali rappresentanti di minori o persone interdette.

In presenza di tale volontà, l’autorizzazione alla cremazione viene concessa solo se la richiesta è accompagnata da certificato in carta libera che esclude il sospetto di morte dovuta a reato. Il nulla osta per la cremazione non viene rilasciato se il decesso non è sopraggiunto per cause naturali.

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