La FAO (acronimo inglese per l’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’ Alimentazione e l’ Agricoltura) definisce il cibo da strada come una vasta gamma di bevande e alimenti pronti per il consumo venduti (e spesso preparati) in strada, in occasioni particolari (fiere o mercati) da commercianti ambulanti su furgoni o veicoli simili appositamente allestiti.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!LA STORIA
Già i greci raccontavano la tradizione, nel porto di Alessandria d’ Egitto, di friggere il pesce appena pescato e venderlo per strada.
I Romani fecero propria questa usanza e testimonianza ne sono i “thermopolia” ritrovati negli scavi di Pompei ed Ercolano. si tratta di una sorta di cucinotto che si affacciava sulla strada per la vendita di cibi cotti, solitamente minestre di legumi e verdure.
Questo perchè a quel tempo, le classi meno abbienti vivevano in abitazioni prive di cucina.
Il cibo da strada accompagna l’ evoluzione della nostra civiltà attraverso i secoli e come spesso accade, si fa di necessità virtù: nascono così, a Parigi (e ovunque nel mondo), i “pastès“, involucri di pasta ripiena di carne stufata o verdure da mangiare mentre si lavora e senza bisogno di posate.
Nel corso dei secoli, arrivano anche nelle tavole nobili di tutta Europa sottoforma di timballi o torte salate, ripiene di prelibatezze che solo i ricchi potevano permettersi.
Lo Street food, nato per sfamare il popolo a poco prezzo e considerato di scarsa importanza, grazie alla globalizzazione è oggi l’ emblema della tradizione e dell’ identità di un territorio.
In tempi più recenti, si sono visti vicino gli stadi o alle fiere, “camioncini” attrezzati per la vendita di bibite e panini sulla scia dei tipici hot-dog americani . E proprio dai tradizionali food trucks, oggetto di attenzione da parte di gourmet stellati, che parte la rivincita del cibo da strada libero ormai dai pregiudizi e orgoglioso rappresentante di una nuova civiltà gastronomica.
Nascono così a Parigi i “pastés“, involucri di pasta ripieni di carne stufata o verdure da mangiare mentre si lavora, senza bisogno di posate e in Gran Bretagna i famosissimi “fish & chips“.
Nel corso dei secoli queste pietanze arrivano anche sulle tavole nobili di tutta Europa, sottoforma di timballi o torte salate, ripiene di prelibatezze riservate ai ricchi.
Il cibo di strada, nato per sfamare il popolo a poco prezzo, è sempre stato considerato di poca importanza ma ultimamente, grazie alla globalizzazione, è l’ emblema della tradizione de dell’ identità di un territorio.
In tempi più recenti si sono visti, vicino gli stadi o alle fiere, “camioncini” attrezzati per la vendita di bibite e panini sulla scia dei tipici hot-dog americani.
E proprio dai tradizionali food trucks, oggetto di attenzione da parte di gourmet stellati, che parte la riscossa del cibo di strada libero ormai dai pregiudizi e orgoglioso rappresentante di una nuova civiltà gastronomica.
LO STREET FOOD OGGI
Lo street food non è solo un fenomeno di moda, quanto più un nuovo modo di vivere l’ atavico rapporto con il cibo e la nostra cultura, riproposto in maniera innovativa, pratica e gustosa.
Il trend è innegabilmente in crescita e oggi il cibo “on the road” è glam e gourmet, attento alla freschezza e alla qualità delle materie prime e all’ immagine.
Il cibo da strada sta prendendo sempre più piede in Italia e sta diventando un vero e proprio settore economico specializzato che vale 19 milioni in Italia e oltre 2 milioni in Sicilia, con Catania al 6′ posto per numero di attività (secondo una ricognizione della Camera di Commercio di Milano).
Oggi mangiare on the road è diventato un vero e proprio stile, che spesso sfocia nella creazione di nuovi piatti come panini di pesce gourmet, “trapizzino” (sublime fusione di pizza e panino) e il “fushi” (sushi a base di riso e frutta).
Nello street food si ritrovano importanti valori culturali ed identificativi, infatti spesso sono specialità regionali o locali come ” ‘O pere e ‘o musso” nel napoletano, la “piadina” in Romagna, la “porchetta” a Roma o “u pani cà meusa” a Palermo.
Dal 2012 si sta sviluppando una forma di street food diversa da quella già esistente in Italia, per piatti offerti, strategie di marketing, uso degli spazi e le cui radici vanno cercate oltreoceano. E’ un nuovo filone caratterizzato da mezzi artisticamente decoratie personalizzati ( dall’Apecar al truck), da ingredienti freschi, biologici e a km zero e dalla diffusione di eventi e festival ad hoc che attraggono il popolo dei cosiddetti foodies.
Molti sono anche gli chef stellati che si sono avvicinati a questo nuovo modo di fare cucina e si godono il cantatto con il pubblico a bordo del loro truck, offrendo un momento di gusto raffinato e di alta qualità a un giusto prezzo.
E’ rappresentativo il lavoro del cantante Jovanotti che, per i “Jova Beach Party” ha portato in ogni sua tappa, la cucina di strada.
STEET FOOD A CALTAGIRONE
Sono tante le proposte on the road nel calatino e in tanti si saranno ritrovati a mangiare un panino da uno tra primi il pioniere del food truck a Caltagirone al parcheggio della Circonvallazione di Ponente!
Tutto è cominciato con un piccolo camioncino che preparava panini fino a diventare un vero e proprio “pub” all’ aperto con tavoli, sedie e maxi schermo per vedere con gli amici i grandi eventi sportivi trasmessi solo dalle tv a pagamento.
Col tempo le proposte sono aumentate e oggi a Caltagirone esistono diversi postazioni di cibo da strada che offrono un’ ampia scelta di panini personalizzabili grazie a una ricca varietà di ingredienti sparsi un pò ovunque.
UNA “BEDDA” STORIA
Tiziana e Basilio, architetto e radiofonico sposati da 7 anni, vivono a Milano, entrambi con la passione per la lettura, la scrittura, il cibo e la Sicilia.
Stanchi di non avere avuto il giusto riconoscimento per il loro lavoro, decidono di abbandonare tutto e dare un senso alle loro passioni: nasce il progetto BEDDA, cucina siciliana di strada.
A bordo di un’ Apecar vintage hanno allestito la cucina per preparare il PANE cunzatu&cuntatu.
Il loro sogno è di partire da Milano e a bordo della loro BEDDA, arrivare a Stromboli, prendere una casa davanti al mare e aspettare i turisti al molo per dare loro il benvenuto con un buon pane cunzatu.
CONCLUSIONI
Ormai lo street food fa parte di ogni città e va oltre l’ evento speciale di una fiera o un concerto.
E’ così radicato nel nostro stile di vita che persino le guide ufficiali sul “dove mangiare bene” hanno riservato loro una sezione.
E allora non resta che lasciarsi trasportare in questo mondo per scoprirne tutti i sapori…buon appetito!