Vittorio Gassman, vent’anni senza il Mattatore del cinema che “non fu mai impallato”

Vittorio Gassman. Il 29 giugno del 2000, se ne andava nel sonno a 77 anni, il “mattatore” del cinema italiano. Uno dei quattro assi del commedia all’italiana, si è mosso tra teatro classico e cinema con capolavori indimenticabili come “Il sorpasso”, “La grande guerra”, “C’eravamo tanto amati” e “Profumo di donna”.

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L’appellativo “mattatore” lo ha sempre accompagnato dal 1959 quando ebbe grande successo televisivo in uno spettacolo dallo stesso titolo che poi traslocò nella riuscita commedia cinematografica di Dino Risi. Un appellativo più che meritato perché a Gassman riusciva tutto e apparentemente senza sforzo.

Una naturalezza apparente che nascondeva la fatica della perfezione, l’infaticabile ricerca del dettaglio, la necessità di superarsi ogni volta con precisione maniacale.

Si è detto che aveva personalità bipolare e si descrisse malato di depressione, nausea di vivere, fatica di convivere con la propria immagine pubblica. Eppure era felicemente ammalato di vita, sprizzava giovialità, fisicità, intelligenza e per questo fu sempre compagno e complice dei migliori registi, mai semplice esecutore. Sulla sua lapide sta scritto: “Non fu mai impallato”.

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