“VIC” è il nuovo romanzo di Francesco Cusa, pubblicato da Algra Editore, con la prefazione di Massimo Cracco e la postfazione di Giuseppe Paolo Carbone.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!La trama
Vic è un ragazzo-uomo maturo-anziano che vive la sua schizofrenica vita di scrittore in un luogo immaginario del Sud dell’Italia: Cotrone. «Il personaggio rappresenta il trauma irriducibile, il caso clinico principe oggetto delle ricerche dei freudiani. Fortunatamente lui se ne sbatte di tali indagini, giacché egli rappresenta il cortocircuito di ogni narrazione clinica volta all’individuazione del caso topico, del “problema” su cui orchestrare la riuscita di un progetto teorico. – racconta l’autore – In questo senso Vic nasce per ridonare all’Occidente l’aura mitica della legge di natura, ciò che prevale rispetto alla legge morale; in buona sostanza per restituire l’uomo alla sua sacralità».
Il romanzo
Il romanzo è una sorta di diario surreale scritto in prima e terza persona, popolato dai personaggi “estremi” d’una provincia “estrema”: esseri reali e immaginari, vivi e morti, spettri e spiriti che potrebbero essere il frutto di una mente psicotica o del delirio d’un santo. Il centro del romanzo, il suo “senso”, sta forse in questo continuo scavo psicologico e metafisico teso a smascherare il velo del “Tremendo” che pare avvolgere “lynchianamente” la fisica e la morfologia della cittadina di provincia.
La copertina del libro è un disegno del musicista e filosofo Pier Marco Turchetti. «Quando me l’ha mostrata ho subito detto: “è questa!”. Era un suo lavoro di molti anni fa che, a nostro avviso, riassume nello spazio del disegno tutta la vicenda umana e sovrumana del romanzo», conclude lo scrittore.
L’autore
Francesco Cusa, batterista, compositore, scrittore, nasce a Catania nel 1966. Intraprende lo studio del pianoforte, poi passa alla batteria. Si trasferisce a Bologna nel 1989, dove si laurea al Dams nel 1994. In quell’humus ha modo di collaborare con artisti provenienti da varie parti d’Italia e il suo percorso artistico lo porterà a suonare, negli anni, in Europa, America, Asia e Africa. Da sempre interessato all’interdisciplinarità artistica, è anche scrittore di racconti, romanzi e poesie e ha pubblicato diversi articoli di musicologia e di critica cinematografica presso molte riviste specializzate.
Il 5 maggio 2014 ha pubblicato per Eris Edizioni il libro “Novelle crudeli. Dall’orrore e dal grottesco quotidiani”. L’autore usa il fantastico, l’horror più macabro e il surreale per raccontarci ciò che di più basso smuove i vizi, gli istinti e le morbosità dell’uomo contemporaneo. Cinico e impietoso descrive un’umanità malata incapace di redimersi. Nel 2017 è uscito “Racconti molesti” (Eris Edizioni). I racconti di Cusa sono cattivi, ironici e caustici, l’autore è un feticista della morbosità e dell’inettitudine patologica che si diverte a scandagliare vizi e tabù culturali di una realtà che scricchiola in maniera inquietante, anche se le crepe restano invisibili. Il libro è illustrato da Daniele La Placa.
Per Algra Editore ha pubblicato “Stimmate” (2018) e “Il surrealismo della pianta grassa” (2019).
Vincitore del Festival Internazionale del Libro e della Cultura Etnabook 2021 – Sezione Poesia; primo posto con la poesia “Armenti”, secondo posto con “Ottobre Vuoto” e quinto posto con “Stacanovisticamente”.
Per Robin Edizione ha pubblicato “Il mondo chiuso” (2021) una raccolta di poesie che narra di lutti, animismo, panteismo, catarsi e redenzione. Nel perenne gioco di rimandi al chiuso universo della strofa poetica, si realizzano le mutazioni del linguaggio, le eclissi e le palingenesi dei mondi, i battiti della microstoria.