Università, “Abolire numero chiuso a Medicina e più posti nelle scuole di specializzazione”

“Lanciamo l’ennesimo appello al buon senso e ad una corretta programmazione: se non investiamo nei nostri giovani pregiudicheremo il loro (e non solo il loro) futuro”.
Così il segretario nazionale Ugl Università, Raffaele Lanteri, in merito “ai continui articoli e allarmi in merito all’assenza di personale sanitario disponibile in Italia”.
“Il Veneto è solo l’ultima, in ordine cronologico, delle regioni italiane il cui sistema sanitario regionale sta andando in sofferenza e cosi, dopo il richiamo in servizio dei pensionati, siamo arrivati alla convenzione con altre università europee fino a diventare terreno di conquista per operatori provenienti da  strutture estere delle quali potrebbe risultare complessa la verifica, specie in termini di qualità di formazione”. “Non è necessario arrivare a tanto, basta una semplice ma immediata inversione di rotta attraverso una corretta programmazione che tenga conto delle future uscite dal sistema dovuto anche a Quota100. Mettendo per un attimo da parte il gravissimo problema delle scarse opportunità per un operatore italiano, il cui stipendio non è nemmeno paragonabile ad un omologo straniero, va detto ancora una volta che il nostro Ssn non solo non è concorrenziale economicamente ma, addirittura, inaccessibile a causa del numero chiuso (non programmato, ma chiuso) dell’accesso alle facoltà di Medicina e l’esiguo numero di posti nelle scuole di specializzazione”. “Triste considerazione – conclude Lanteri – che continuiamo a ripetere a gran voce nel tentativo di poter donare ai nostri giovani l’opportunità di poter partecipare ad una competizione dalla quale sono esclusi per non avere il titolo, tutto questo mentre siamo costretti ad importare mano d’opera”.
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