Una mostra d’arte a Mirabella per meditare sul nostro tempo

L’anno sociale del Centro Culturale Siculo-Tedesco parte con una bella iniziativa al Museo del Tombolo che invita a riflettere sui problemi nostro tempo: “L’avventura del ritorno: racconti di un lungo viaggio” è una mostra d’arte dell’architetto comisano Franco Baglieri che è stata realizzata con frammenti di legno restituiti dal mare.

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Durante la presentazione la neopresidente Filippa Martines ha ricordato i suoi predecessori e ha voluto evidenziare l’importanza di “mettere in luce il messaggio che le opere d’arte trasmettono e le emozioni che hanno attraversato l’artista nel realizzarle”. Il sindaco Giovanni Ferro ha ringraziato l’intero direttivo del sodalizio culturale per aver organizzato l’evento artistico e l’artista che ha voluto esporre al Museo del Tombolo, sottolineando che “si deve andare avanti lungo la strada della cultura per la crescita del paese”.

L’architetto Franco Baglieri ha introdotto l’incontro con un breve video sulla spiaggia di Punta Braccetto e “su ciò che fa il mare e la bellezza che ci lascia, mare che contiene e suscita tutti i suoni dell’anima”.

Cosa l’ha ha spinto a intraprendere questo percorso? “Ci sono momenti nella vita in cui ciascuno di noi prova a isolarsi per parlare con se stesso e il proprio animo, così guardando il mare e passeggiando lungo le sue rive ho incontrato degli oggetti che hanno destato in me delle emozioni e così ho cominciato a raccogliere legnetti, conchiglie e ciuffi di alghe per creare delle opere. L’essere architetto ha influenzato la mia sensibilità e mi ha portato a creare col giusto equilibrio, tenendo conto delle proporzioni e dei colori. I legnetti raccontano storie particolari che voglio narrare agli altri. Per prima cosa bisogna rimuovere la salsedine ai legnetti levigati dal mare, dopo faccio degli schizzi e passa del tempo pensando a come trasmettere un messaggio attraverso una composizione, sono gli stessi oggetti a suggerirmi il loro utilizzo e sento ogni opera come un figlio. La creazione delle composizioni mi ha fatto scoprire cos’è la pazienza, ci vuole amore e pazienza per lavorare il legno. Accarezzando il legno si può provare a immaginare quale sia la storia del frammento che abbiamo tra le mani”.

Lei racconta un’umanità dolente attraverso sguardi innocenti che contemplano lo stupore per un mondo bello ma crudele… cosa vuole trasmettere attraverso le sue opere? “Essere testimone del passato e ambasciatore del presente. Il ‘nostos’, viaggio di ritorno di Ulisse che attraversa il mare nostrum, è il viaggio che ciascuno di noi compie nella vita, dalla nascita alla morte. Ci sono messaggi come quello sulla memoria di Auschwitz e l’olocausto degli ebrei, le torri gemelle dell’11 settembre 2001, parlo della guerra che stiamo vivendo in questi tempi, dei numerosi migranti che rischiano la vita nel mare e muoiono sulle nostre spiagge, come il bimbo siriano Aylan (con i resti di un barcone approdato a Lampedusa e di un salvagente ho realizzato l’opera ‘Cala Maluk’ che racconta i viaggi della speranza), della violenza sulle donne, della salvaguardia del mare e di ciò che possiamo fare per la sua tutela. Le mie opere non sono fine a se stesse ma devono alimentare i cuori e farsi promotori di un messaggio ecologico, di pace, condivisione e fratellanza”.

La mostra è visibile sino alla fine del mese.

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