Catania: Rapina a mano armata in un supermercato

Il Personale della Squadra Volanti della Polizia di Stato ha arrestato un uomo di 35 anni  per rapina aggravata dall’uso delle armi, lesioni personali e resistenza pubblico ufficiale.

Nei giorni scorsi, due uomini armati di taglierino si sono introdotti all’interno di un supermercato di Via Finocchiaro e hanno intimato alla cassiera di aprire la cassa al fine di impossessarsi del denaro. Approfittando di un momento di distrazione, alcuni dipendenti del supermercato hanno tentato di fare arrendere i due rapinatori spingendoli verso l’esterno. I rapinatori, anziché cedere, hanno colpito ripetutamente i due dipendenti con il taglierino in loro possesso ferendoli entrambi.

All’interno del supermercato era presente un ispettore della Polizia Locale che è intervenuto immediatamente per mettere in salvo i dipendenti del supermercato tentando di bloccare i rapinatori. Durante la rapina alcuni clienti hanno contattato il numero unico di emergenza permettendo così l’arrivo tempestivo della Squadra Volanti.

Poco prima dell’arrivo della volante un rapinatore è riuscito a darsi alla fuga con il bottino di circa 3.000 euro, mentre l’altro è stato bloccato dall’Ispettore della Polizia Locale insieme ai dipendenti del supermercato.
La Polizia di Stato ha preso subito in carico il rapinatore accompagnandolo presso gli uffici della Questura dove è stato tratto in arresto.
Le altre volanti hanno acquisito ogni elemento utile a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, esaminando le immagini dell’impianto di videosorveglianza, ascoltando le testimonianze dei presenti e sottoponendo a sequestro le armi utilizzate dai due rapinatori.

Sono in corso le indagini della Polizia al fine di risalire all’individuazione dell’altro soggetto che si è dato alla fuga. Nell’occasione hanno fatto ricorso alle cure mediche tre persone che sono state giudicate guaribili dai medici del pronto soccorso in 10 giorni.

Caltanissetta, rapina un supermercato e si dà alla fuga: che fine ha fatto il 38enne?

Il G.I.P. ha convalidato l’arresto e applicato la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

I poliziotti della sezione volanti della questura di Caltanissetta, in collaborazione con quelli del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Canicattì, hanno tratto in arresto un trentottenne, gravato da pregiudizi di polizia, nella flagranza di reato di rapina impropria, denunciandolo anche per minaccia. Il predetto, all’interno di un supermercato del capoluogo nisseno, è stato sorpreso da personale dell’attività commerciale mentre si aggirava con fare sospetto tra gli scaffali.

L’uomo, che aveva riempito una borsa di merce, dopo aver minacciato il cassiere di bruciargli la macchina se avesse avvisato le forze dell’ordine, è uscito dal supermercato senza pagare, allontanandosi con l’autovettura. Sul posto è intervenuta una volante della Polizia di Stato che, raccolte le testimonianze dei presenti, ha diramato la nota di ricerca del fuggiasco. Dopo gli accertamenti del caso, i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Canicattì hanno intercettato l’uomo presso la propria abitazione, nella quale, a seguito di perquisizione hanno sequestrato 21 pezzi di parmigiano in confezioni termosaldate e 3 bottiglie di liquore di una nota marca, precedentemente prelevati dal supermercato. Su disposizione del Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Agrigento il trentottenne è stato condotto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il G.I.P. Presso il tribunale di Agrigento ha convalidato l’arresto e applicato all’uomo la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

 

“Telecamere nascoste sul posto di lavoro”: arriva il sì dalla Corte di Strasburgo

Le telecamere nascoste potranno essere installate dal titolare sul posto di lavoro qualora abbia fondati sospetti.

Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.

Nella sentenza, i giudici di Strasburgo affermano che non c’è nessuna violazione dei diritti dei lavoratori.

L’istallazione delle telecamere deve essere giustificata da fondati sospetti dei propri dipendenti.

Quando ci sono fondati sospetti che i dipendenti rubino al datore di lavoro, quest’ultimo potrà installare delle telecamere nascoste senza avvertire gli stesso. Ecco cosa ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.

Il tutto al termine di un caso iniziato nel 2009, quando il titolare di un supermercato spagnolo aveva scoperto proprio che i suoi dipendenti sottraevano merci dalla sua attività.