Oltre 2mila alberi tra Niscemi e Gela: la più grande riforestazione siciliana

Lottare contro la desertificazione. Questo è l’obiettivo di un gruppo di giovani volontari dai 20 ai 35 anni che nel 2017 ha creato una nuova riserva naturale nel cuore della Piana di Gela (Caltanissetta).

Geloi Wetland adesso è una realtà: 50 ettari di zone umide con cicogne, fenicotteri, anatre e altre specie rare della fauna e della flora mediterranea. Prima bracconaggio, incendi, pascolo incontrollato, adesso centinaia di uccelli migratori, boschetti verdeggianti, prati fioriti e, adesso, ben 2000 alberelli piantati in soli due mesi.

Grazie all’aiuto della Fondazione Pro Biodiversità, con sedi in Germania, Svizzera e Italia, Manuel Zafarana, Francesco Cirrone, Davide Pepi, Carlo Pitrella, Maurizio Di Pietro, Maya Massari, Enrico Guzzo, Saro Tilaro, Oscar Romano, Vale Vacirca, Tax Danelis, Salvo Bondì, Lydia Letlat e tanti altri hanno da ottobre iniziato la messa a dimora di macchia mediterranea. Obiettivo: arrivare a 3000 piante per la fine del gennaio 2023 e riforestare oltre 10 ettari.

I volontari non piantano a caso: è stata creata una food forest, una foresta alimentare che donerà i suoi frutti ai visitatori, ai turisti e anche agli uccelli migratori. Frutti antichi quali sorbo, melocotogno, azzeruolo, varietà quasi estinte, crescono seguendo uno schema ben preciso in cui si prova a ricreare un vero e proprio bosco con strati bassi, medi, alti. Con i suoi 3,5 ettari si candida ad essere la Food Forest più grande del sud Italia.

Mentre le temperature si innalzano, il deserto della Piana avanza, loro formano una cintura verde a protezione delle aree umide, veri scrigni di biodiversità in cui si contano più di 168 specie di uccelli, 200 di piante e 400 di invertebrati.

Lecci, sughera, bagolaro, corbezzolo, palma nana, mirto, rosmarino, prugnolo, perastro sono soltanto alcune delle specie ben adattate al clima torrido scelte per la riforestazione. Ogni alberello viene messo a dimora con cura e tecniche innovative che permettono di mantenere umidità anche nei periodi di forte siccità. Una rete protettiva assicura il mantenimento del colletto, la parte basale del tronco a contatto col terreno, evitando che venga logorato a causa degli animali selvatici. Linee tagliafuoco, vigilanza h24 e un sistema di pronto intervento anti-incendio scongiurano il rischio di fiamme che danneggerebbero quanto di buono fatto negli ultimi 5 anni.

Un progetto che va avanti grazie alla passione dei giovani ma anche del supporto di donatori, che possono regalare o donare un albero da piantare proprio nella Piana di Gela, attraverso un’azione di crowdfunding e uno shop online ad hoc e personalizzabile.

Geloi Wetland, con le sue aree verdi e la presenza di acquitrini salmastri di notevole rilevanza naturalistica, nel giro di pochi anni diventerà un polmone verde a disposizione di tutti i cittadini della Sicilia e di turisti e visitatori oltre confine: si tratta di un grande gesto altruistico nei confronti delle future generazioni che potranno godere di questo nuovo avamposto di legalità in un territorio difficile e spesso in preda all’incuria.

Piana di Gela, WWF e LIPU denunciano il grave fenomeno del bracconaggio notturno

L’Associazione WWF Sicilia Centrale e la Sezione LIPU di Niscemi denunciano il grave fenomeno del bracconaggio notturno in provincia di Caltanissetta, con specifico riferimento alle zone rurali della Piana di Gela.

Con un dettagliato esposto inviato stamani alle Autorità ed uffici competenti – Prefetto e Questore di Caltanissetta; Comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza; Corpo Forestale regionale; Comandi delle Polizie Municipali di Gela, Butera e Niscemi; Assessorato Agricoltura – Ripartizione Faunistico Venatoria; Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta – WWF e LIPU segnalano come nelle ultime settimane siano state loro segnalati diversi e preoccupanti casi di attività venatoria illecita in orari notturni nell’area della Piana di Gela.

“Tale forma di bracconaggio – si legge nell’esposto – verrebbe attuata tramite autoveicoli che, percorrendo le strade e piste poderali, abbagliano la fauna presente sui campi a fine raccolto (conigli, lepri, ecc.) tramite i fanali ovvero apposite torce/fari orientate a mano; sempre dagli autoveicoli, infine, la selvaggina verrebbe comodamente abbattuta con armi da fuoco”. Secondo gli esperti di WWF e LIPU “si tratta di una odiosa quanto diffusa forma di bracconaggio particolarmente nociva per la fauna ed evidentemente pericolosa per la pubblica e privata incolumità”, vietata dalle normative in materia di protezione della fauna e disciplina del prelievo venatorio: la Legge statale n. 157 del 1992 e la Legge regionale n. 33 del 1997.

Quanto accadrebbe di notte nella piana gelese configura diverse e pesanti fattispecie di reati e delitti: porto abusivo d’armi in luogo pubblico; esplosioni pericolose; uccisione senza necessità di animali, esercizio della caccia in periodo di divieto; esercizio della caccia da autoveicoli ed esercizio della caccia con torce, fari ed altri mezzi vietati. Le Associazioni di protezione ambientale WWF e LIPU, quindi, “esprimono viva preoccupazione per tali diffusi atti di bracconaggio in danno del patrimonio indisponibile dello Stato. Come noto, nella nostra provincia la vigilanza venatoria istituzionale non è sufficiente, anzitutto in termini di personale coinvolto; purtroppo, inoltre, il territorio presenta vaste zone agricole scarsamente abitate e frequentate che non sono oggetto di presenza assidua degli organi di vigilanza”.

Nell’esposto, in proposito, si ricorda come lo Stato – attraverso i documenti ufficiali “Strategia nazionale per tutela della biodiversità” e “Piano d’Azione Nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici” – abbia richiamato le Autorità competenti ad intensificare gli sforzi per la tutela della biodiversità anche attraverso il controllo dell’attività venatoria, sia nelle forme legali sia in quelle illegali, ed il contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici e, più in generale, il patrimonio faunistico. Il rappresentante del WWF nisseno, Ennio Bonfanti, e il delegato della Sezione LIPU di Niscemi, Manuel Zafarana, hanno quindi rivolto “un accorato appello alle Autorità in indirizzo perché pongano in essere quanto di propria competenza al fine di garantire ed implementare adeguati controlli antibracconaggio, con una specifica azione di diffusa vigilanza preventiva soprattutto nella Piana di Gela, anche sensibilizzando le proprie articolazioni periferiche o uffici competenti dislocati nei Comuni di Gela, Butera e Niscemi”.