Non è disponibile un’aula adeguata a garantire il rispetto delle norme anti-Covid e quindi evitare ogni possibile rischio di assembramento, motivo per la quale è stata rinviata preliminarmente al prossimo 19 maggio, nel carcere Bicocca, l’udienza del processo, davanti al Tribunale di Catania, per turbativa d’asta e falso nell’ambito dell’inchiesta sulla concessione dell’appalto dei servizi, dal 2011 al 2014, del Cara di Mineo.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Il più grande centro di accoglienza richiedenti asilo d’Europa era stato aperto nel marzo del 2011 per poi calare il sipario nel luglio del 2019. Tra i nomi dei 15 imputati salta all’occhio quello dell’ex sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, in qualità di allora soggetto attuatore del Centro accoglienza richiedenti asilo più grande d’Europa, che aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato.
Ma ci sono altri imputati “illustri”: l’allora sindaco di Mineo, Anna Aloisi e l’ex presidente del consorzio “Sol.Calatino”, Paolo Ragusa. Fuori dal procedimento penale Luca Odevaine che ha patteggiato sei mesi di reclusione.
Oggetto dell’inchiesta le gare d’appalto per un giro d’affari di quasi 100 milioni di euro complessivi per la gestione dei servizi del Cara fra il 2011 e il 2014, che è stata intervallata da sette proroghe a sua volta avallate da un protocollo con la Prefettura di Catania.
L’accusa punta il dito contro Giuseppe Castiglione che, assieme a Luca Odevaine e Giovanni Ferrera, quest’ultimi due in qualità di presidente e componente la commissione aggiudicatrice, avrebbero “predisposto il bando di gara con la finalità di affidamento all’Ati appositamente costituita”. Infatti, la Procura di Catania ritiene, tra l’altro, che le cooperative interessate si “costituivano appositamente in Ati” dopo avere “ricevuto rassicurazioni sull’aggiudicazione degli appalti”, il cui “bando era concordato”.
E non finisce qui: a Castiglione, Aloisi e Ragusa è contestata anche la corruzione “per la promessa di voti per loro e i gruppi politici nei quali gli stessi militavano” in cambio di “assunzioni al Cara” di Mineo.