Sicilia: l’isola che anticipa l’Europa verde

I cambiamenti climatici e il degrado ambientale costituiscono una minaccia per il mondo intero. Per superare queste sfide, il GREEN DEAL europeo trasformerà l’ UE in un’ economia moderna ed efficiente, sotto il profilo delle risorse, e competitiva garantendo che:

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-diventi un continente climaticamente neutro, con zero emissioni di gas serra, entro il 2050;

-la crescita economica diventi sostenibile e non incentrata sullo sfruttamento delle risorse;

-il cambiamento avvenga in modo equo creando posti di lavoro e riducendo la disuguaglianza sociale.

Si tratta di un progetto ambizioso che coinvolge tutti i settori della società e tutti i cittadini e per renderlo possibile sarà necessario investire in tecnologie rispettose per l’ ambiente, rendere il trasporto pubblico e privato più sostenibile, decarbonizzare il settore energetico e migliorare gli standard ambientali a livello globale

Fonte immagine- Pixabay

Il Regolamento sul Ripristino della Natura, una delle tappe fondamentali del GREEN DEAL, è entrato ufficialmente in vigore il 18 agosto in tutti gli Stati dell’ Unione Europea.

La norma è innovativa perchè va a disciplinare non solo la protezione di aree naturali ma mira a ripristinare quelle degradate attraverso un piano d’ azione in 3 fasi:

-il 30% di ogni ecosistema dovrà essere oggetto di intervento entro il 2030;

-il 60% entro il 2040;

-il 90% entro il 2050.

La direttiva contribuirà anche a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori, migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e forestali e all’ impianto di almeno 3 miliardi di alberi entro il 2030.

I Governi dei 27 Paesi UE dovranno mettere a punto dei piani nazionali di intervento e riferire periodicamente alla Commissione Europea su come intendono centrare gli obiettivi e garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo.

L’ UE fornirà sostegno finanziario e assistenza tecnica tramite il cosiddetto “meccanismo per una transazione giusta” erogando almeno 100 miliardi di euro fino al 2027.

L’ ottenimento dei risultati attesi non si tradurrà solo in un beneficio ambientale ma anche economico, dal momento che si stima che per ogni euro investito se ne guadagneranno 8.

Lungo e controverso è stato il dibattito sulla legge in seno al Consiglio UE e, dopo mesi di stallo, si è giunti all’ approvazione che si ottiene quando a votare a favore sono almeno 15 Stati in rappresentanza del 65% della popolazione.  Contrario è stato il voto dell’ Italia che ha espresso preoccupazione per il possibile impatto sul settore agricolo.

LA SICILIA PIONIERA DEL CAMBIAMENTO

La prima in Europa a recepire gli obiettivi del GREEN DEAL è stata la Sicilia, approvando, il 21 luglio u.s. all’ unanimità, una legge sull’ Agroecologia che convoglia gli obiettivi del FARM TO FORK (“dal produttore al consumatore”) e la stategia comunitaria sulla biodiversità per il 2030 attraverso la tutela e l’incremento della biodiversità naturale ed agricola e il miglioramento delle aree protette.

L’ applicazione di questa legge renderà possibile la conversione agroecologica, imprescindibile per la riduzione dei prodotti di sintesi (biocidi e pesticidi) dannosi sia per l’ ecosistema che per la salute, e per la tutela delle produzioni locali e del reddito degli agricoltori.

Sono previste una serie di misure che prevedono:

-incentivi e  “premi”  per le aziende che introdurranno specie, varietà e razze autoctone;

-riconoscimento di  “azienda agroecologica” con relative regole e corsi di aggiornamento;

-controlli su importazioni e produzioni.

Anche a livello nazionale si sta avviando l’ iter per l’ approvazione di una legge che offrirà incentivi e agevolazioni fiscali a tutte quelle aziende che vorranno intraprendere il percorso di conversione.

 

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