Serata speciale a Caltagirone: il regista di Another end presenta la prima del suo film

Giovedì 21 marzo, la nostra bella cittadina di Caltagirone ha avuto l’onore di ospitare il regista Piero Messina per la presentazione del film “Another End”.
Durante la conferenza avvenuta dopo la visione in anteprima del film, l’attore protagonista dello stesso, Gael García Bernal, ha deliziato i partecipanti all’evento con una sua intervista tramite videoconferenza, approfondendo la nascita di questo film.
Ma ora basta parlare, ascoltiamo invece la sua intervista.

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Come è iniziato tutto?
Le prime volte abbiamo iniziato con zoom, abbiamo parlato delle scene, del finale, e alla fine decisi di prendere i biglietti per venire in Italia. Durante questo periodo ho avuto modo di conoscere Piero e di stringere un’amicizia con lui, e da quel momento decisi di partecipare al progetto, con il desiderio che ha un attore di realizzare la visione del suo regista.
Del finale del film eri già consapevole?
Sinceramente sì. Siamo partiti dalla sceneggiatura scritta in 5 anni da Giacomo Bendotti, Valentina Garbi e Sebastiano Meloni, ma la parte della struttura l’abbiamo lavorata per più tempo. Sono 3 film assieme, è un melodramma, una storia d’amore ma anche un film di fantascienza, un thriller. Poi abbiamo riscritto il film pensando a una seconda visione, ad esempio la signora che guarda lo spioncino all’inizio fa sorridere, ma se lo ripeti ora alla luce di ciò che sai capisci che la signora si sta abituando; di fatto, quello che tu vedi la prima volta non è mai quello che sembra. Il momento in cui rivedi il film una seconda volta, sapendo che cosa in realtà lei sta vivendo, è veramente molto diverso.
Mi ricordo poi che, parlando con lo sceneggiatore per il finale, abbiamo iniziato a riscrivere il film completamente da capo, pensando che sarebbe stato meglio lasciare tutto un po’ in suspense.
Secondo te quale è uno dei temi centrali del film?
A mio parere è la fiducia. Nel film c’è un duello molto interessante di Sal. Vediamo l’accettazione di lasciarsi andare.
Ovviamente è sempre difficile per sconfiggere il trauma, quando sei in mezzo alla tempesta, ma qualcosa di nuovo appare sempre no? Una nuova relazione, qualcosa di diverso. Io credo che il film ci parli soprattutto della lotta interiore che il mio personaggio intraprende nel processo di accettazione, della perdita della sua compagna e quindi il bisogno di chiudere un capitolo anche se difficile, perché ha subito un trauma ed è ancora nel pieno della tempesta esistenziale che sta attraversando. Per questo credo che per me sia stato bello interpretare questo conflitto.

Quindi, Gael, nella vita faresti quello che ha fatto Sal? Accetteresti di lavorare il lutto come il protagonista? Oppure no?
No, non utilizzerò questa tipologia e se lo facessi non lo direi a nessuno.
C’è una famosissima citazione di Godard, grande maestro in fatto di citazioni, che può essere parafrasata in questo contesto: Il cinema cattura la morte quando hai vita. Per questo mi pace definire Another end un film non solamente sui corpi, ma anche sui vuoti che i corpi lasciano.

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