A Mirabella serata del Centro Culturale Siculo Tedesco con arte e libri

L’arte e la letteratura sono state il filo conduttore di un incontro organizzato dal Centro Culturale Siculo Tedesco nella sala teatro del palazzo Biscari di Mirabella Imbaccari. La serata è stata aperta dalla cerimonia di consegna di quattro quadri che la pittrice Ina Aranzulla ha voluto donare al sodalizio culturale in segno di amicizia, con l’augurio che possano essere apprezzate dai mirabellesi.

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Per Filippa Martines, presidente del Centro, “colpisce la luce delle opere che rappresentano le quattro stagioni della vita attraverso volti di donne, donne mature che si lasciano attraversare dalle avversità della vita con uno sguardo di speranza perchè hanno progetti per il futuro”.

“Possiamo leggere i miei quadri attraverso i volti e gli occhi – ha detto la pittrice Ina Aranzulla -, occhi che guardano e dicono. Nell’inverno la donna inizia un percorso, la primavera la donna è leggiadra grazie a un bel vestito e i capelli sciolti, in estate esplode il giallo intenso della gioventù, in autunno una donna calda e serena dove uso il colore viola che richiama la stagione. Le mie donne, belle e sciantose, hanno un vissuto sofferto e richiamano storie d’altri tempi. Per valorizzare i colori uso la tecnica del pastello secco, delicata e difficile, matite e polveri che ricordano l’esperienza rinascimentale di Caravaggio e Gentileschi perchè dipingo con le mani. Dalla mia esperienza ho appreso che per capire le opere dei grandi maestri nei musei bisogna conoscere la tecnica pittorica”.

Ina Aranzulla è stata impiegata amministrativa a scuola, ora in pensione. Sin da bambina è stata interessata all’arte, dopo il diploma magistrale e qualche esperienza di insegnamento si trasferisce a Cuneo col marito e nel 2008 frequenta i corsi di anatomia e restauro di opere d’arte all’Accademia di belle arti, così cominciò a dipingere. Ama la pittura del 1600 (la chiesa matrice di Mirabella ha la sua copia della ‘Cena in Emmaus’ di Caravaggio) e la figura della donna elegante che trasmette un messaggio. Organizza mostre e sta trasferendo la sua passione per l’arte e la pittura con le mani alle nipoti.

E’ poi seguita la presentazione di due libri di Maria Martines (‘Tacito verso – respiro dell’anima’ e ‘Il tessitore di trame’) e per l’autrice “con la poesia ci si mette in gioco con se stessi, si fa un viaggio attraverso un’introspezione interiore che permette di guardare alla speranza come espressione di bellezza di sè e degli altri, per poter poi capire la nostra anima. La bellezza è dentro di noi e non può morire, l’anima non è nostra ma dobbiamo restituirla a chi ce l’ha donata. Il racconto ‘Il tessitore di trame’ ci fa dono dell’anima e ci permette di individuare, tra le virgolette, la nostra vita e il nostro amore che dobbiamo mantenere costante e mai dimenticare che l’anima esiste perchè è molto critica, perchè siamo noi che la facciamo emergere. Scrivo da dieci anni circa e ho cominciato a farlo perchè non volevo cadere nella depressione appena sono andata in pensione come insegnante, adesso non posso farne più a meno”.

Jennifer Orofino ha parlato del libro di poesia come viaggio interiore alla scoperta di sè, dove è importante circondarsi di silenzio per scoprire la propria anima che non mente mai (diviso in sei sezioni, il tema portante del testo sono la speranza che emerge da situazioni difficili e i ricordi legati al tempo).

Romano Bellissima ha così introdotto il libro di narrativa: “Si può raccontare la storia ma non l’emozione che va vissuta personalmente: l’autrice ha utilizzato vari registri comunicativi nel racconto che affronta il rapporto della vita col tempo. Siamo in continuo conflitto col tempo che determina il presente, e qui si parla di problemi sociali, il lavoro, i condizionamenti del denaro sulla vita dell’uomo, il diritto della parità tra uomo e donna. C’è un riferimento per la fiducia verso il prossimo e in democrazia è il confronto leale su diverse opinioni che ci fa crescere. E’ presente l’umanità col bisogno di amare, un concerto di parole che formano una trama che cattura l’attenzione del lettore. Le vicissitudini dei protagonisti (Luigi, Marco, Agnese, Silvia) sono i binari sui cui transitano riflessioni profonde del nostro quotidiano e non si arriva a una decisione condivisa, un libro estremamente interessante perchè coniuga una bella storia scorrevole con i processi che abbiamo nella nostra società”.

Per il prof. Ignazio Campo “le poesie parlano dell’anima come consapevolezza e saggezza, armonia tra mente e corpo, mentre il racconto contempera senza attriti l’aspetto sociale con l’aspetto sentimentale e le donne danno agli uomini la capacità di stare al proprio posto e guardare al futuro con coraggio”.

“Le poesie sono delle pillole di saggezza che ci aiutano a guarire attraverso parole che indagano dentro noi stessi, sono una medicina per la vita, – ha concluso Filippa Martines – mentre nel libro di narrativa vedo la mano di Dio che ci guida, ci protegge e tesse le file delle nostre vite” e a lei, per il suo contributo nella divulgazione della cultura a livello locale, il numeroso pubblico presente ha tributato un applauso, una serata molto apprezzata per gli spunti di riflessione che ha offerto.

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