Scuola e formazione. L’Università ai tempi del Covid-19

Scuola e formazione. L’Università ai tempi del Covid-19

di Ilaria Paolillo

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Università di Roma, Facoltà di architettura

L’emergenza sanitaria, che stiamo vivendo in questi mesi, dovuta alla diffusione dell’ormai noto virus “Covid-19” ha interessato ogni ambito sociale, compresa l’Università, stravolgendo di fatto ogni abitudine di vita.

Distanziamenti sociali si sono resi, tuttavia, necessari per evitare una diffusione incontrollata del virus all’interno del territorio nazionale.

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E così, alla chiusura dei principali punti di ristoro come bar, pub, ristoranti, è seguita la chiusura di negozi, industrie, musei biblioteche e in particolare le scuole e le Università.

In una società ipertecnologica come quella che ci appartiene l’istruzione ha tuttavia trovato il modo di non rimanere ferma.

L’utilizzo di internet diventa infatti il principale mezzo “per connettere” alunni e professori, permettendo lo svolgimento di lezioni e per chi frequenta l’Università il sostenimento degli esami.

Proprio l’Università, tipico luogo di incontro e scambio di opinioni e informazioni nonché di studio per tantissimi ragazzi, sta sicuramente scontando l’isolamento forzato prodotto da questa emergenza mai vissuta fino ad ora.

Gestione

Biblioteche vuote, aule e viali silenziosi, sono pronti ad accogliere nuovamente studenti, docenti e personale  universitario nel momento in cui si potrà tornare alla “normalità” ma per ora come gestire lo studio e l’emergenza? Tramite le tante applicazioni che permettono ai docenti di tenere lezioni on line, nonché di sostenere esami; tramite internet che nei limiti del possibile permette a chi sta preparando una tesi di ricercare materiale bibliografico utile.

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Tante volte abbiamo pensato a quanto il mondo digitale fosse anche pericoloso per le relazioni sociali, eppure oggi ci troviamo a dover riflettere sulla vera utilità: in fondo molti ragazzi rimangono connessi sul materiale di studio, sul come reperirlo, o semplicemente su come preparare un esame e sentirsi meno soli nell’affrontare una situazione del tutto nuova e particolare.

Certamente, l’Università è un luogo che per antonomasia permette di vivere insieme anni di studio, di confrontarsi, di crescere moralmente e culturalmente ma, la chiave è proprio questa: non permettere a questa situazione di emergenza di far si che venga meno l’aspetto sociale, comunitario tipico dell’università.

Si cresce imparando, studiando dai libri ma anche stando insieme agli altri.

Socializzare si può …

Oggi ci è precluso stare insieme nel modo più tipico che conosciamo, un semplice caffè al bar dell’Università o nei luoghi limitrofi ci sembra così desiderabile da non darlo più per scontato, così come lo scambio degli appunti che diventava occasione per un saluto.

Eppure, i tanti ragazzi universitari sanno che si può recuperare attraverso i tanti social a disposizione, dove la creazione di gruppi ad hoc permette lo scambio di informazioni e materiale, e appunto le applicazioni che permettono lo svolgimento di videochiamate fanno si che si possa stare insieme anche se distanti.

È importante quindi non far venir meno l’aspetto tipico dell’Università: la sua socialità e ciò avviene solo grazie alla tecnologia. Ciò conferma che un suo utilizzo intelligente non solo permette di superare ostacoli, quali la distanza, ma consente di giovare di momenti di convivialità che andrebbero irrimediabilmente perduti nel caso di un suo mancato utilizzo.

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Ritorno alla normalità

Non si sa ancora quando le Università torneranno colme di studenti e professori nei corridoi e nelle aule; sicuramente on line il mondo universitario non rimane fermo, l’istruzione non rimane ferma e questo è un segnale di grande efficienza che va sottolineato e abbracciato con favore.

Certo, non si nascondono le difficoltà di una situazione che richiede sicuramente di essere gestita con attenzione ma, nell’attesa di una riapertura, la via della tecnologia sembra quella più idonea a concedere un po’ “di normalità” ai tanti studiosi desiderosi di proseguire i percorsi di studio intrapresi, non lasciandosi fermare dall’emergenza del momento.


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