Alle elezioni regionali, previste per il prossimo autunno, Siciliani Liberi risponde ‘presente’ con una propria lista e una candidata presidente, Eliana Esposito, quarantanovenne, di Catania, professione attrice, con valori e idee politiche forti e chiare. L’abbiamo intervistata in esclusiva per i lettori di Prima Stampa.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Il vostro programma, definito “sicilianista” si ritiene “senza compromessi” e “alternativa radicale” all’attuale sistema da voi giudicato “oppressivo”: sarà dunque una corsa solitaria la vostra alle regionali?
“Chi vorrà appoggiare il nostro programma e la mia candidatura, è benvenuto, a patto che si tratti di partiti veramente sicilianisti e veramente antisistema”.
Eliana, sei anche attrice, e hanno fatto rumore le tue dimissioni dal Teatro del Canovaccio in segno di protesta contro le misure adottate dal Governo durante lo stato di emergenza causato dal Covid: sei incondizionata e incondizionabile e se umanamente e moralmente può essere un pregio in molte situazioni, non pensi che sia un problema in politica? Non temi l’isolamento e di conseguenza uno scarso consenso elettorale proprio perché non segui le regole e le dinamiche, che possono anche essere discutibili, politiche?
“Ho fatto parte della bellissima famiglia del Teatro del Canovaccio come socia, attrice, autrice e regista per quasi venti anni, è stato molto doloroso per me, sia umanamente sia artisticamente, lasciare andare una parte così centrale e importante della mia vita e della mia carriera, ma, allo stesso tempo, la scelta è stata facile semplicemente perché non avevo altra scelta. Non volevo essere complice di uno Stato che vuole sottomettere lo Spirito Sacro e Libero dell’Arte e volevo la piena libertà di criticare e di lottare contro queste misure antiuomo. Ci sono questioni di principio che proprio perché tali non sono negoziabili. Se umanamente questo è un pregio, lo è anche politicamente. I diritti umani non sono oggetto di trattativa politica e di gate keeper ne abbiamo avuti anche troppi. Chi insegue il consenso finisce col tradire sé stesso. Chi lo fabbrica finisce col tradire gli altri, oltre che sé stesso. Ma noi siamo altro e il consenso preferiamo meritarlo. Se questo significherà restare isolati, vorrà dire che non è ancora arrivato il tempo per noi. Ma intanto magari un semino sarà stato piantato”.
Attuazione integrale dello Statuto siciliano e costituzione dell’intero territorio regionale in Zona Economica Speciale sono tra gli obiettivi principali del tuo impegno politico: da dove vorresti partire? Dove inizieresti a ‘mettere le mani’? Perché si tratta sicuramente di un programma impossibile da realizzare in cinque anni.
“L’informazione è tutto, quindi per cominciare la prima cosa che faremo, già in campagna elettorale, è informare i siciliani e tutti coloro che vivono in questa terra sui rapporti tossici che ci legano insanamente allo Stato italiano. I nostri maggiori ostacoli derivano proprio dal fatto che i siciliani non sanno di essere una colonia interna. Rimedieremo colmando questa lacuna.
Dopo le elezioni, chiameremo il ministro dell’Economia italiano per metterci d’accordo sui tempi e sui modi per rientrare dei crediti siciliani verso l’Italia e per azzerare il falso disavanzo causato da Renzi e Crocetta. Nel frattempo, avvieremo la pratica per avere la nostra Agenzia delle entrate siciliana, così come prevede il nostro Statuto, in modo da poter attuare, sin da subito, gli articoli 36 e 37.
Ovviamente, anche il ripristino dell’Alta Corte per poter riaprire i contenziosi con lo Stato italiano. E via libera agli investimenti siciliani ed esteri a patto però che siano in perfetta armonia con la bellezza della nostra terra, che siano rispettosi della salubrità dell’ambiente e della salute di chi vive e transita nella nostra amata isola. Chi ama terra e popolo sarà sempre benvenuto.
Punteremo all’educazione alla Bellezza e all’Amore e alla ricostruzione dell’autostima del popolo siciliano attraverso la riscoperta e la valorizzazione della nostra storia, della nostra identità e della nostra lingua, perché solo chi sa valorizzare la propria bellezza è capace di riconoscere, apprezzare e celebrare anche la bellezza degli altri. E questo sarà soltanto l’inizio”.