Quarto Grado – Omicidio di Ana, le parole della moglie dell’assassino: “Non ho paura di lui, non lo farà più”

Quarto Grado – Omicidio di Ana, le parole della moglie dell’assassino: “Non ho paura di lui, non lo farà più, è stato solo un raptus”

Quarto Grado. Ieri sera, una parte del programma di Mediaset “Quarto Grado” è stata dedicata all’omicidio di Ana Maria Di Piazza, la giovane donna massacrata con un coltello e finita a bastonate da Antonino Borgia, l’imprenditore di Partinico che con lei intratteneva una relazione.

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La moglie, risponde alle domande provenienti dallo studio dal giornalista Gianluigi Nuzzi e parla di Antonino come di una persona molto fragile: “Se me lo portano a casa io starò con mio marito. Non ho paura di lui, non lo farà più. Quella giornata non era lui, cosa sia scaturito quella giornata non lo so. Non lo compatisco, ma so che lui sta molto molto male”.

La moglie fa di suo marito un uomo buono: “Chi lo conosce lo ricorda come una persona buona, disponibile, che faceva volontariato. Nella nostra azienda abbiamo sempre preso persone di comunità per farle reintegrare. Stiamo parlando di una persona completamente differente da quella che è emersa quella giornata. Cosa è successo, cosa l’ha portato a questo? Penso si scoprirà più avanti”.
L’indagine sull’omicidio di Ana ha trovato una svolta quando il proprietario di una villa si accorge di una macchia di sangue presente davanti al cancello, si insospettisce e decide di visionare le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza, scoprendo così la tremenda aggressione. A quel punto va dai carabinieri a consegnare i nastri.
Dalle telecamere si cercherà un riscontro alle dichiarazioni dall’indagato su come si sono svolti i fatti, soprattutto per comprendere se si sia trattato di una forma di raptus o di omicidio premeditato.

Maria sostiene che in quella giornata: “La persona che è stata al mio fianco per 18 anni, che quel giorno è uscita folle, ha avuto un raptus improvviso”. La donna ipotizza che vi sia stata una richiesta di soldi da parte di Ana per abortire, ma nella stesso tempo non si dice sicura che quel figlio sia stato concepito dal rapporto con il marito: “Il bambino prima deve essere di mio marito, se così fosse stato, come ho accolto un bimbo del suo primo matrimonio, avrei accolto anche questo”.

Continua la moglie: “Mio marito sapeva bene quanto lo amavo, ma aveva troppa paura che il mio amore, la mia dedizione, la mia fiducia in lui, venissero a mancare”. In studio è stata anche sollevata l’ipotesi che l’omicidio potesse essere scaturito da motivi economici, ma la moglie spiega: “Non c’entra niente il profilo economico, anche se l’azienda era intestata a me, tutte le proprietà aziendali fanno parte della famiglia di mio marito”.

Foto articolo: immagine di repertorio

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