La Procura Distrettuale della Repubblica nell’ambito di indagini a carico di B.A., di anni 24, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e violenza sessuale aggravata commessi in danno della ex convivente, una giovane donna di 25 anni, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri della Stazione di Belpasso che, con dovizia di particolari, avevano prodotto all’Autorità Giudiziaria i puntuali riscontri alle precise denunce della vittima.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno rimestato, necessariamente, sull’excursus vitae del rapporto sentimentale della coppia iniziato quando entrambi avevano 15 anni.
Il rapporto tra i due giovani, se pur tra alti e bassi, procedeva senza grossi problemi per i primi anni di convivenza in un appartamento dato in uso dai genitori di lui ed era stato immediatamente allietato all’età di poco più di 15 anni con l’arrivo di una bambina che oggi ad 8 anni, unitamente a due fratellini di 5 anni e 6 mesi, rappresenta conseguentemente la parte più debole di questa triste storia.
Le problematiche all’interno della coppia sono scoppiate in tutta la loro virulenza quando il ragazzo ha cominciato a far uso di sostanze stupefacenti, soffrendo di incredibili allucinazioni che hanno pesantemente condizionato la sua psiche e, conseguentemente, la vita dei familiari conviventi.
Il ragazzo era roso dalla gelosia nei confronti della compagna che era diventata oggetto della sua perversione: la svegliava di notte compiendo degli approcci sessuali che, aberrati dall’uso della cocaina, travalicavano in veri e propri abusi commessi anche con particolare brutalità. Erano continue le telefonate con richiesta di posizione ed obbligo della trasmissione della foto del luogo ove si trovasse come, ovviamente, epiteti ingiuriosi “ bastarda, maledetta zingara, femmina che non vali niente!” e botte, purtroppo, come quando la donna aveva scoperto una sua relazione extraconiugale alle cui rimostranze egli, alla presenza della propria madre, le aveva cagionato “… escoriazioni multiple agli arti superiori e trauma contusivo cranio-facciale …” con una prognosi di 7 giorni.
Tali eventi venivano così riferiti ai Carabinieri di Belpasso che compendiavano quanto denunciato alla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania che otteneva dal G.I.P. dello stesso Tribunale un provvedimento nei confronti dell’uomo che disponeva la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa ad una distanza minore di 500 metri.
L’offuscamento della ragione, però, ha purtroppo nociuto al ragazzo che ha immediatamente violato le prescrizioni molestando la donna presso la sua abitazione con la scusa di voler vedere i figli, nonché trasmettendole video di autoerotismo che, subdolamente, riusciva a cancellare a distanza.
Nello specifico caso, tuttavia, i Carabinieri erano riusciti con uno stratagemma ad acquisire i filmati che comprovavano le ulteriori denunce della donna circostanziando ulteriormente gli atti d’indagine che, conseguentemente, hanno determinato l’inasprimento della misura cautelare già in atto con quella della detenzione in carcere.