“Palagonia non è il paese degli omicidi”, ma cronista Live Sicilia viene minacciato VIDEO

Un omicidio, quello di Massimo Guzzardi, e Palagonia viene etichettato come il “paese degli omicidi”, facendo la conta di altri casi di cronaca nera che si sono verificati negli ultimi anni. Senza perderci in inutili polemiche e prese di posizione, abbiamo parlato con chi rappresenta la comunità, il sindaco Salvo Astuti.

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Purtroppo, qualche giorno fa, la cittadina è rimasta sconvolta dalla tragedia che si è consumata all’interno delle mura domestiche, dove un padre, Francesco Guzzardi, ha ucciso il figlio, Massimo, lo stesso che nel 1993 era stato condannato per il caso di omicidio di Enza Antonella La Rocca, e che proprio il padre aveva aiutato pagandogli l’assistenza legale vendendo agrumeti di sua proprietà.

Al tempo dei social è facile avere ragione o torto, tutto dipende da quanto l’opinione pubblica, gli utenti, vengono coinvolti nel post che noi andiamo a pubblicare, indipendentemente (e spesso a discapito) dalla verità o anche semplicemente dalle ragioni della controparte. Ecco che, facendo la somma di alcuni efferati omicidi, si arriva alla conclusione che a Palagonia le cose vanno così.

Sindaco Astuti: “Palagonia non è il paese degli omicidi”

Si è scatenato dunque un dibattito, soprattutto virtuale, tra chi era d’accordo e chi in disaccordo con quanto stava venendo fuori, a margine di un omicidio che è passato, se non completamente, in parte, in secondo piano. Gli utenti si sono schierati: chi in maniera civile e chi in maniera meschina, questi ultimi arrivando addirittura a minacciare un collega di Live Sicilia, Francesco Scollo, che, facendo il suo lavoro, si era espresso in un certo modo. Ma giusto o sbagliato che sia, il modo, certamente non può mai giustificare vili atti come questo.

Ed ecco che, il primo cittadino di Palagonia, Salvo Astuti, intervenuto in un primo momento a difendere l’immagine della propria città e della propria gente, è tornato sull’argomento con un nuovo post, difendendo questa volta il cronista, perché comunque, alla fine, se c’è un disaccordo, questo “deve produrre un confronto e non deficienza”, usando le parole del sindaco.

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