Omicidio Graziella Campagna, Suriano (ManifestA)

Omicidio Graziella Campagna, Suriano ManifestA: “Semilibertà a uno dei killer che non si è mai pentito rende difficile per i cittadini credere ancora nella giustizia”.

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E’ sull’omicidio di Graziella Campagna, ragazza diciassettenne barbaramente uccisa per mano mafiosa nel 1985, che è intervenuta la deputata del gruppo ManifestA Simona Suriano attraverso un’interrogazione rivolta al ministro della Giustizia. Nello specifico la deputata ha posto forti interrogativi sulla semilibertà concessa a uno dei killer della giovanissima, un uomo che non si è mai pentito e che non ha contribuito in alcun modo all’accertamento della verità.

“Alla tragedia della morte, terribile, di Graziella Campagna per mano mafiosa si aggiunge una notizia che rischia di far crollare la fiducia che i cittadini ripongono nella giustizia. Di recente infatti è stata concessa la semilibertà a uno dei killer che barbaramente trucidarono la povera Graziella il 12 dicembre 1985. L’unica colpa della giovane era quella di aver riconosciuto Gerlando Alberti Junior, nipote latitante del boss Gerlando Alberti”, dice Suriano.

“Dopo un lungo e difficoltoso iter giudiziario, seguito con passione e fermezza dal fratello di Graziella, che è un carabiniere, si è giunti solo nel 2005 alla condanna dello stesso Alberti e del suo guardaspalle Giovanni Sutera. Entrambi sono stati riconosciuti responsabili dell’omicidio e si è appreso, da fonti di stampa, che la Magistratura di Sorveglianza di Firenze ha deciso di concedere la misura della semilibertà a Giovanni Sutera”.

Poi Suriano prosegue: “Questa decisione, che consentirà a Sutera di trascorrere parte della giornata fuori dal carcere per partecipare ad attività lavorative, lascia aperti diversi interrogativi. Infatti le norme dell’ordinamento penitenziario prevedono che, ai fini dell’ammissibilità di tale concessione, sia necessario che il condannato abbia scontato almeno la metà della pena (in caso di ergastolo, il condannato deve avere espiato almeno venti anni), e che i benefici possano essere concessi purché non vi siano elementi da far ritenere, per i detenuti per omicidio, la sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata, Sutera, negli anni, ha mantenuto la sua inclinazione delinquenziale e non ha mai dato un contributo all’accertamento della verità, né si è mai pentito”.

“Di conseguenza appare palese che la semilibertà sia stata concessa in assenza dei presupposti di legge. Per queste ragioni chiedo al ministro di vagliare questa decisione e di restituire fiducia nella legge sia alla famiglia Campagna sia a tutti i cittadini onesti”, conclude la deputata.

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