Nicolò Razza: da Caltagirone alla ricerca in ambito internazionale

La storia di Nicolò Razza ci insegna quanto sia importante assecondare le proprie inclinazioni e prendersi cura delle cose che ci appassionano. Il giovane siciliano, infatti, è già un’eccellenza nella ricerca scientifica. Nicolò Razza, con una Laurea Magistrale e un Dottorato di Ricerca in Ingegneria dei Materiali conseguiti presso il Politecnico di Torino, oggi lavora presso una start up in Svizzera, nel cantone di Zurigo. Il suo curriculum vanta prestigiose esperienze internazionali, tanto durante gli studi universitari quanto dopo la Laurea, in Svizzera, Francia e negli U.S.A. Fin da piccolo, piuttosto che dedicarsi al pallone o alle figurine, si interessava di insetti e foglie, che esaminava attentamente con un microscopio regalatogli dal padre. Basti pensare che a 10 anni era già in grado di formattare un computer.

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Con una grande passione per la Scienza e la Tecnologia, una volta concluse le scuole medie, si iscrive presso l’Istituto Tecnico Industriale con indirizzo in Elettronica ed Automazione. Ancora oggi, il giovane Razza ci tiene a specificare che « non esistono scuole di serie A o B, ma scuole che formano in quei settori del sapere che sono più congeniali ad ognuno di noi. Il futuro dei giovani non va condizionato costringendoli a una formazione scolastica che conculca i loro sogni». Il padre, Luigi Razza, tecnico in un’azienda, ricorda con orgoglio come il figlio fosse fin da piccolo « una voce fuori dal coro », come spesso gli riferivano gli stessi insegnanti. Il padre è chiaramente fiero dei traguardi raggiunti da Nicolò, anche se la lontananza si fa sentire, com’è normale che sia: «Pensate che Nicolò, per i suoi meriti, quando si iscrisse al Politecnico di Torino, fu ammesso al prestigioso Collegio Einaudi. Lo vedo poco, ma sono felice per lui. Mi sono emozionato tantissimo quando è stato inquadrato nel laboratorio dove lavora durante un servizio televisivo nel corso della trasmissione Superquark».

Dopo aver completato gli studi universitari, Nicolò aveva il desiderio di tornare in Sicilia; tuttavia, la sua preparazione specialistica non gli ha consentito di trovare un’adeguata occupazione nella ricerca scientifica e tecnologica. «In Sicilia la ricerca langue per cui, rimanendovi, avrei dovuto sacrificare i miei sogni e non avrei potuto mettere a frutto le competenze acquisite. Mi furono offerte in quel periodo grosse opportunità a Torino e quindi rinunciai all’idea di una carriera professionale in Sicilia», dice il dottor Razza, aggiungendo che «nell’offerta professionale e di istruzione, manca il concetto di territorialità; manca la presenza di opportunità professionali nei settori che potrebbero essere forti nel territorio siciliano. I punti di forza dell’economia devono basarsi sulla valorizzazione delle risorse locali. È uno sbaglio guardare a modelli esteri, quelle strategie, se importate, falliscono perché altrove c’è già chi sta già facendo meglio. Bisogna creare realtà contestualizzate nel territorio; le Università e le Aziende devono fare rete tra loro creando forme di collaborazione sinergiche».

Di recente il dottor Razza si è dedicato alla ricerca di materiali biopolimerici presenti in natura e, più precisamente, è un esperto di biomimesi perché studia i processi biologici e biomeccanici per poi applicarli alle attività e alle tecnologie umane. «Sono nuove scoperte che partono da conoscenze esistenti, si tratta di ottimizzare quello che la natura offre», ci tiene a sottolineare. «I miei studi più recenti sono stati rivolti alla sperimentazione di rivestimenti antivirali che possano inattivare e distruggere virus e batteri patogeni appena interagiscono con le superfici –  spiega il dottor Razza, parlando delle ultime ricerche accademiche condotte presso la Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL) – è chiaro che le superfici contaminate possono causare infezione. In base alle condizioni ambientali virus e batteri possono rimanere infettivi sulle superfici per tempi più o meno lunghi. Nei paesi in via di sviluppo i patogeni enterici resistono mesi, lo stesso alcuni virus respiratori: clima e precarie condizioni igieniche ne favoriscono la sopravvivenza».

In questi tempi di pandemia è interessante approfondire l’argomento: «In genere i virus resistono poco sulle superfici porose (muro, carta, tessuti) molto di più su quelle solide (metallo, vetro, plastica). Stimoli esterni e qualità dei patogeni incidono sulla durata della sopravvivenza; per esempio, i patogeni enterici sono più resistenti dei patogeni respiratori. Ritengo utile aggiungere che i virus non si replicano senza un ospite, mentre i batteri si riproducono da soli; che i virus non contagiano appena si rompe il cappotto lipidico che li avvolge, è quello che succede per esempio con i gel alcolici o la schiuma del sapone». In conclusione, il dottor Razza rivolge un incoraggiamento a tutti quei ragazzi che si sentono disorientati davanti alle scelte che determineranno il loro futuro: «Ai giovani dico di avere il coraggio e la determinazione di seguire le proprie passioni. Abbiamo la fortuna di vivere in un mondo interdisciplinare. Le professioni e i saperi comunicano, si interfacciano nella ricerca. La interdisciplinarietà è un arricchimento continuo, permette di spostarsi nei vari campi della scienza e acquisire un punto di vista diverso rispetto a quello tradizionale»

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