Nametest, non fatelo!Rischi enormi

«A che animale somigli?»; «Di quale attore sei sosia?»; «Cosa sarai nella prossima vita»? Sono sempre di più, nel mare magnum dei social, gli utenti che si divertono a giocare ai test su Facebook ma bisogna fare attenzione perché dietro a quello che sembra un innocuo divertimento ci può essere l’ombra di qualche società che, a nostra insaputa, si impossessa dei nostri dati. A lanciare l’allarme è la polizia Postale, come riporta il mattino.it

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«Attenzione, corriamo dei rischi quando facciamo i quiz su Facebook», avverte Marco Valerio Cervellini della Polizia Postale e delle Comunicazioni. «Non ce ne rendiamo conto – spiega all’Adnkronos – ma già nel momento in cui si clicca su ‘inizia il test’, si esce fuori da Facebook, quindi da un’area in cui abbiamo configurato i requisiti di privacy: si finisce così per inserire all’esterno del social i nostri dati, che potrebbero finire in mani sbagliate». La lista dei dati che immettiamo sul web per giocare online è lunga: il nome, la data di nascita, la città natale, dove abbiamo studiato, i ‘Mi piace’ che abbiamo messo, le foto, il browser che usiamo, la lingua, la lista degli amici e l’indirizzo IP.

Informazioni che, ricorda Cervellini, «hanno un valore sul mercato», in quanto ci sono diverse società interessate «allo studio dei profili per indirizzare i loro prodotti in modo più mirato. Quante volte ci è arrivata, ad esempio, una mail che ci ha proposto un prodotto vicino ai nostri gusti? Ecco, la risposta è frutto anche di quelle informazioni che ingenuamente noi forniamo ai gestori dei test, che a loro volta ‘autorizziamo’ a vendere a società terze». Autorizzare, già. Perché nel fornire le informazioni richieste al gestore del quiz per accedere al gioco online, «distrattamente non lo leggiamo ma accettiamo anche le condizioni che prevedono la cessione a a società esterne dei nostri dati privati», spiega Cervellini.

«Una delle società che produce queste app, a ben guardare ha anche delle condizioni piuttosto agghiaccianti per quanto riguarda la politica sulla privacy. Queste comprendono il fatto che quando si decide di non usare più l’app, essa può continuare ad usare i dati forniti.

E può memorizzare i dati su qualsiasi server del mondo», si legge in un avviso pubblicato dalla Polizia Postale sulla sua pagina Facebook ‘Una vita da social’, che ha già ottenuto centinaia di condivisioni. Una domanda, in particolare, dovrebbe far riflettere: «Vale davvero la pena di fornire tutti questi dati solo per condividere un momento di ilarità? La prossima volta, prima di iniziare uno di questi test, pensate alle implicazioni che questo avrà sulla vostra privacy».

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