L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio l’economia locale, già precaria. Gli effetti si sono fatti sentire in tutti i settori. L’imprenditoria agricola è tra questi. Per capire gli effetti devastanti su questo settore economico produttivo, abbiamo intervistato Enzo Cascone, piccolo imprenditore agricolo di Mazzarrone un comune in provincia di Catania che proprio sull’agricoltura ha basato quasi tutta l’economia locale.
Quali sono stati gli effetti della pandemia sul territorio? E, come e cosa chiedete ai governi regionale e statale?
Non c’è dubbio che l’anno che stiamo vivendo, che “abbiamo vissuto meno e che ricorderemo di più”, ci sta facendo conoscere una realtà e ci ha fatto vivere momenti che nessuno mai poteva immaginare fino a qualche mese addietro.
Indubbiamente la chiusura di quasi tutte le attività, la chiusura di tutte le attività scolastiche, il mondo dello sport che si ferma, i divieti anche negli spostamenti che prima erano quotidiani, ci ha messo tutti a dura prova e ci ha colto di sorpresa; e così come siamo stati costretti a vivere qualche mese una vita “irreale” noi, anche chi ha avuto responsabilità di Governo a vari livelli (municipale, regionale e statale) si è trovato a vivere momento dopo momento situazioni di emergenza nazionale e di volta in volta emanare ordinanze varie sicuramente non è stato un compito assolutamente semplice, in quanto costretti a fronteggiare una emergenza sanitaria a livello mondiale, mai vissuta prima.
Io, che parlo da piccolo imprenditore agricolo di un comune agricolo come Mazzarrone, realtà produttiva tra le più dinamiche della nostra regione, che fortunatamente ad oggi nel proprio territorio ha avuto “zero contagi” da covid-19, ritengo che le misure di sostegno economico messe in atto dal Governo agli imprenditori agricoli, sono stati più che sufficienti.
Anche nelle settimane del cosiddetto “lockdown”, abbiamo potuto continuare a lavorare nelle nostre aziende, continuando a svolgere tutte quelle attività lavorative che avremmo svolto prima, in pratica non è “cambiato nulla”; anche chi non essendo un imprenditore agricolo, ma bensì un bracciante agricolo, ha potuto continuare a svolgere quei lavori presso il proprio datore di lavoro. Quindi, in campo agricolo, finora, l’emergenza sanitaria che ha bloccato e paralizzato diverse attività, fortunatamente è stata risparmiata; nonostante ciò, tutte le partite iva, anche in campo agricolo, tutti i braccianti agricoli (che hanno dichiarato almeno 50 giornate lavorative nell’anno precedente) siamo stati oggetto di sussidi INPS sia nel mese di marzo che in quello di aprile.
Senza tralasciare che nei comuni sono arrivati fondi statali e regionali, che i vari comuni hanno potuto dare sotto forma di “bonus alimentari” a quei nuclei familiari e soggetti in difficoltà economica.
Per dirla tutta, anzi c’è da constatare che, in alcune realtà agricole vicine a noi, come a Vittoria, presso il Mercato Ortofrutticolo (il più grande mercato alla produzione della nostra regione), già dalla prima settimana di marzo, inizio del fatidico “lockdown”, si è avuta una impennata al rialzo dei prezzi nella vendita di quasi tutta la merce in produzione, dagli ortaggi alla frutta, sicuramente dovuto al blocco e alla chiusura di importazione di merce proveniente da altri stati nei nostri mercati nazionali.
Con l’inizio, già da queste settimane, della raccolta e commercializzazione dell’uva da tavola e di altri prodotti ortofrutticoli del nostro comprensorio (albicocche, nettarine, pesche, etc…) l’auspicio è quello che si possa seguire la scia che hanno avuto gli ortaggi negli ultimi mesi, affinchè ci possa essere una buona campagna agricola di commercializzazione dei nostri prodotti agricoli, in controtendenza con le pessime annate, che purtroppo siamo stati costretti a vivere soprattutto negli ultimi 2 anni.
Non dimentichiamo, al contempo che ci sono invece tante altre attività e settori che sono stati fortemente colpiti economicamente dall’emergenza sanitaria in corso, dove forse il governo doveva agire in maniera più decisa e consistente, ma ritengo, in molta onestà, che forse il settore agricolo finora è stato aiutato, a seguito del covid-19, forse più di quanto si potesse fare.
Contributo di Giuseppe Petriglieri