Marano (M5S): “Parità salariale e Gender Gap: un divario da colmare”

“Parità salariale e Gender Gap: un divario da colmare”, è il tema dell’incontro tenutosi all’hotel Il Principe, a Catania, organizzato del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle all’Assemblea Regionale Siciliana con la deputata regionale Jose Marano. L’evento, moderato dalla giornalista Patrizia Penna, ha visto la partecipazione di diversi e qualificati ospiti del mondo della politica, dell’imprenditoria, delle associazioni di categoria.

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Un’occasione per riflettere sulle radici del divario retributivo anche alla luce del disegno di legge regionale presentato dalla stessa Marano volto all’eliminazione delle sperequazioni. I numeri sembrano essere impietosi quando si parla di lavoro “in rosa”: in Italia solo 13 start up su 100 sono a prevalenza femminile e le Pmi guidate da donne sono ancora meno, 8 su 100.

Partendo da questi dati si è aperto il primo panel proprio sul tema “Imprese ed economia” nel quale sono intervenuti Pietro Agen, presidente Confcommercio Sicilia, Roberta Juduca, responsabile servizio sviluppo e servizi finanziari alle imprese dell’IRFIS Finsicilia S.p.A, Maria Grazia Bonsignore, presidente Movimento Donne Impresa Sicilia; Mirta Viganò, responsabile Risorse Umane di Pinko; Federica Argentati, presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia; Monica Luca presidente del Comitato imprenditoria femminile Confindustria Catania.

Secondo Confagricoltura, la Sicilia è la regione che registra, a livello nazionale, il più alto numero di imprese agricole condotte da donne in termini assoluti. La Sicilia guida la classifica nazionale 2020 per numero di aziende rosa (sono ben 25.167, il 12,2% del totale), seguita dalla Puglia (con 23.546, l’11,4 %) e dalla Campania (con 21.439 imprese, il 10,4%).

“Lavoro da sempre nel campo agricolo ha commentato Federica Argentati ed è un settore fortemente maschile ed a volte ove è difficile raggiungere, da donna, ruoli apicali. I numeri raccontano di una realtà in cambiamento ma ancora a prevalenza maschile dove le donne faticano non poco a ricavarsi dei ruoli di vero protagonismo. Mi sento quasi una privilegiata ed è molto difficile emergere perché c’è un problema culturale e occorre essere sempre un passo avanti all’uomo, anche quando si tratta un professionista mediocre. Specie da madre per me è stata dura e siamo lontani dalla parità ma le nuove generazioni hanno un approccio diverso”.

Diversi gli interventi che hanno sottolineato le difficoltà alla base delle donne in campo economico anche se vi sono aziende, come ha evidenziato l’intervento di Mirta Viganò, che curano in particolar modo il welfare familiare riuscendo così a migliorare la vita delle lavoratrici. Il secondo panel si è concentrato sul tema “Istituzioni e politiche di welfare” e sono intervenuti Maurizio Bernardi dell’Associazione Nazionale delle famiglie italiane; Matilde Cifali, presidente Gruppo terziario donna Confcommercio. Diverse le riflessioni emerse sul ruolo della donna in politica un passaggio è stato fatto sulle candidature prevalentemente maschili per la guida della Regione Siciliana e sull’inverno demografico attualmente in atto.

La fotografia dell’Istat è significativa: in Sicilia in media si diventa mamme a 31 anni e dal 1995 ad oggi l’età media è slittata di tre anni. nell’Isola sono il 15,3% in meno i nati nel 2021 ed è di 1,33 il numero medio di figli delle donne. Un problema connaturato a quello della bassa occupazione femminile: nei primi sei mesi del 2021 in Sicilia sono stati attivati 189.251 nuovi contratti, 130 mila a uomini e appena 59 mila a donne (il 31%).

Il presidente della Camera di Commercio Piero Agen ha paragonato la voglia di rivalsa delle donne a quella che si respirava in Italia nel secondo dopoguerra: “La donna oggi è agguerrita, non vuole fare passi indietro e primeggia nello studio, nella cultura e ciò ha dato il via a una trasformazione ancora adesso in corso. Noi, come enti, dobbiamo dare il buon esempio perché a parlare siamo tutti bravi. Come Camera di Commercio la settimana scorsa ho rinnovato il Cda della Sac, la più grande azienda di Catania, con 3 donne e 2 uomini. Se fosse stato per me avrei messo 5 donne ma la legge me lo avrebbe impedito. Nella mia organizzazione alla Confcommercio tra pochi mesi avremo una direttrice donna. Ciò che prima era assente oggi comincia a esserci nelle grandi associazioni italiane e a fine decennio, credo, saremo alla pari perché la crescita delle donne è impressionante”

Ha concluso i lavori l’intervento di Jose Marano che si è soffermata sulla proposta di legge presentata per l’eliminazione del gender pay gap. Nel 2019 secondo l’Inps la media delle retribuzioni per gli uomini è di 16.297 €, per le donne è di 11.260 €, con un divario retributivo di quasi il 31% in Italia, che al Sud raggiunge il 33%. “I numeri, come visto, sono allarmanti e da qui sono partita per lavorare su uno strumento di legge per colmare tale divario. Le misure in atto ancora non sono sufficienti. La legge presentata, ancora non approvata, prevede la formazione per gli enti locali, il sostegno finanziario per aziende volte alla sensibilizzazione al tema nonché la certificazione di genere per le imprese che si impegnano a colmare il divario”, ha detto Marano.

Jose Marano (m5S)
Jose Marano (M5S)

“Il gender gap si sente anche in politica e i numeri delle donne sono sempre bassi. Con il Movimento Cinque Stelle abbiamo dato una sferzata a ciò con una nutrita rappresentanza femminile e la novità di Barbara Floridia per le primarie regionali ci inorgoglisce così come è un segnale positivo la candidatura di Caterina Chinnici per il Pd. Sono convinta che, però, il gender gap sia un problema connaturato alla cultura e le iniziative legislative sono utili e necessarie per invertire la tendenza ma serve anche che le agenzie educative come famiglie, scuole e associazioni facciano la loro parte”.

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