“I versi di Francesca Belpane toccano inevitabilmente l’anima del lettore e la incantano. Essi scorrono fluidi, cristallini, come fresca acqua di sorgente, per farci partecipi della sua visione dell’amore. Un amore cantato in tutte le sue sfaccettature: ora gioioso e speranzoso, ora triste e nostalgico. L’amore che dà, comunque, sicurezza, che dà linfa vitale, che sorregge il vivere quotidiano non sempre privo di difficoltà o di criticità esistenziali. Grevi leggerezze è una narrazione in versi dei sentimenti puri che pulsano incessanti nel suo animo. Francesca si rivela come la poetessa dell’Amore e della Natura”.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Mai parole sono state più sincere per un’opera alla quale ci siamo accostati più di una volta, inizialmente con curiosità e le volte successive con affetto e fiducia in quei versi che ora consolano, ora fanno sorridere e ancora una volta rincuorano.
La silloge prende forma, vita, essenza, nel periodo del primo e più cupo lockdown, durante il quale la nostra poetessa inizia un viaggio introspettivo trasportata da una molteplicità di emozioni, evadendo con l’anima –perché il corpo è ristretto alle mura domestiche – a partire da quel semplice parchetto proprio di fronte casa.
Grevi leggerezze è un inno alle emozioni più nascoste, evocate da esperienze passate ma anche dalla speranza per il futuro; un viaggio che attraversa tutto ciò che comprende la natura, l’amore, la rabbia, il dolore, il momento dell’innamoramento.
Versi cari alla nostra autrice, ma tra queste figlie c’è quella per cui riconosce un debole più forte ed è la prima, Per le vie dell’anima: “È quella che più rivela me stessa, la mia persona, le emozioni che vivo intensamente e in ogni momento”.
Al tramontare di un giorno tiepido, infastidito da un leggero venticello freddo, con lo sguardo rivolto verso i giardini pubblici, Francesca ci spiega che “il fine ultimo di questi versi è l’invito a distaccarsi dalla frenesia del quotidiano e a vivere il qui e ora. Nel momento in cui ci si sofferma su di essi è possibile fare un’analisi di sé stessi e di chi ci circonda. Accade spesso che poniamo domande di cui non attendiamo la risposta, perché troppo presi dal nostro pensiero e non sull’ascolto dell’altro. La poesia ti impone invece all’ascolto, ti educa all’ascolto, a sviluppare quella empatia con la quale si vive diversamente tutto e tutti, perché ci insegna a vedere nell’altro l’individuo, l’essere”.
La scelta della copertina, poi, non poteva essere casuale o peggio ancora superficiale, si sentiva l’esigenza di dare un volto all’opera che potesse offrire una prima ma veritiera impressione della silloge; c’era un “moto instabile del flutto femminile” da presentare al lettore e dunque Isola, olio su tela dell’artista poliedrico Salvatore Santoddì, è stata la migliore rappresentazione che potesse introdurre ai versi di Grevi leggerezze, “una rappresentazione che vuole evocare archetipi e mondi inediti che ritornano per elevare la nostra esistenza”, per usare le parole del pittore calatino a proposito del suo dipinto.
Intervista di: Daniele Cultrona