Nel mondo anglosassone c’è una dinamica che viene chiamata “last hurrah”, situazione che si verifica quando la società vive un momento stravagante, fatto di “eccessi”, trasgressioni, che si traducono in un aumento dei consumi personali; un periodo delimitato nell’arco temporale di tre mesi che ne precede un altro fatto di stenti e di recessione.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Ecco quello che sembra stia vivendo l’Italia, un “last hurrah” nel pieno della seconda ondata di contagi da Covid-19. In che modo? Proviamo a spiegarlo. I ristori promessi dal premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’ultimo Dpcm per quelle categorie colpite maggiormente dalle nuove restrizioni, rappresentano il più classico degli annunci di “last hurrah”.
Una cosa sembra certa, quantomeno in base alla sicurezza mostrata dal premier durante e dopo il suo discorso: i soldi dei ristori arriveranno puntuali, sui conti correnti, direttamente dall’Agenzia delle Entrate, a pioggia. Ma a quale prezzo?
Il last hurrah di Conte rischia seriamente non solo di gravare pesantemente sullo stock di debito consolidato e sulla libertà d’azione dei governi che si succederanno a questo ma, soprattutto, ma anche di trascinare il Paese verso il suo commissariamento.