Capitolo I – Le voci degli abitanti
In via Pitrè 6 a Caltagirone, quattro palazzi si ergono come testimoni silenziosi di una storia lunga quarant’anni. Costruiti dall’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP), questi edifici ospitano 52 famiglie che vivono una realtà sospesa tra necessità moderne e precarietà abitativa.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!La signora Teresa, residente di lungo corso, ha deciso di alzare la voce. Nel suo appartamento ben curato, un gruppo di condomini si è riunito per condividere le proprie esperienze. Il signor Decaro, settantenne e punto di riferimento del condominio, prende la parola:
“Le facciate? Non le hanno rifatte, hanno solo ‘tappato i buchi‘ dove si sgretolava l’intonaco, perché fatto con poco cemento e molta sabbia” spiega con tono amareggiato.
I problemi non si fermano qui. L’ascensore, installato a spese dei residenti, in una scala, arriva solo al primo piano a causa di una sorgente d’acqua sotterranea che compromette le fondamenta. Gli impianti elettrico e idraulico sono fatiscenti, con tubi pronti a cedere da un momento all’altro.
“Quando siamo arrivati, le caldaie non c’erano, nonostante fossero previste e pagate. Abbiamo dovuto comprarle noi” aggiunge il signor Decaro.
La signora Pelonero interviene: “Quando piove forte, l’acqua entra dagli infissi non a norma. È umiliante vivere così”
Il signor Decaro continua: “Sono andato personalmente dal sindaco Roccuzzo per implorare un intervento. Non è umano tutto ciò. E lo IACP? Non risponde alle nostre richieste, non rimborsa le spese che sosteniamo”
Nonostante le difficoltà, emerge un forte senso di comunità. “Siamo come una famiglia” dice la signora Teresa. “Ci aiutiamo a vicenda, ma abbiamo bisogno che qualcuno ascolti le nostre richieste“.
Capitolo II – La risposta dell’IACP
Per comprendere l’altra faccia della medaglia, abbiamo intervistato Roberto Gravina dell’ufficio tecnico dell’IACP di Catania.
“Siamo consapevoli dello stato di cattiva conservazione degli immobili” ammette Gravina. “In passato siamo intervenuti per sanare alcune situazioni gravi, con impegni di somme urgenti”.
Riguardo ai piani futuri, Gravina rassicura: “Esiste già un progetto esecutivo del valore di oltre 2,5 milioni di euro. È terzo in graduatoria tra quelli da realizzare nel catanese, in attesa di finanziamento dalla Regione Siciliana“.
Il progetto, che dovrebbe comunque partire entro l’autunno del 2025 prevede il rifacimento delle facciate con cappotti termici, la sostituzione di tutti gli infissi e l’installazione di sistemi di pannelli solari o pompe di calore.
Tuttavia, Gravina sottolinea anche le difficoltà dell’ente: “Viviamo una situazione complicata, con morosità importanti da parte di alcuni inquilini. A volte dobbiamo intervenire per coprire finanziariamente interventi di manutenzione ordinaria che costano poche decine di euro“.
Conclusione
La situazione di via Pitrè 6 a Caltagirone riflette un difficile equilibrio tra le esigenze degli abitanti e le sfide affrontate dall’ente preposto. Da un lato, 52 famiglie vivono in condizioni precarie in edifici che necessitano urgentemente di ristrutturazioni. Dall’altro, l’IACP promette interventi significativi, subordinati però all’arrivo di finanziamenti regionali.
Mentre gli abitanti sperano in un rapido miglioramento delle loro condizioni abitative, resta da vedere se i tempi della burocrazia e dei finanziamenti saranno compatibili con l’urgenza dei problemi quotidiani. La speranza è che il progetto annunciato possa concretizzarsi nei prossimi 9-12 mesi, portando finalmente sollievo e dignità agli abitanti di via Pitrè 6.
Articolo di Paolo Buda