La Polizia denuncia otto giovani, tra cui minorenni, responsabili di una violenta aggressione ai danni di due uomini

Nei giorni scorsi il personale della Polizia di Stato del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Piazza Armerina, a seguito di approfondite indagini, ha deferito alla Procura della Repubblica di Enna e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta, otto giovani, alcuni dei quali minorenni, resisi responsabili di una violenta aggressione ai danni di due uomini che viaggiavano a bordo di una autovettura in transito nel centro armerino. In particolare, a seguito di una meticolosa attività avviata dal personale del Commissariato, è stata ricostruita una violenta aggressione  consumata nel corso della tarda serata del primo giugno u.s. nella zona della movida piazzese, ai danni di un automobilista e del passeggero che lo accompagnava, da parte di un gruppo di giovani, i quali, agendo in “branco” e per futili motivi (la mancata precedenza pedonale) con inaudita violenza si sono avventati contro il conducente dell’autovettura colpendolo al volto, quando ancora era alla guida della propria autovettura.

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A causa dei colpi subiti il malcapitato era costretto ad arrestare la marcia e gli aggressori, non ancora paghi, lo raggiugevano per continuare nella loro azione delittuosa che proseguiva anche all’esterno del veicolo. In tale ulteriore fase gli otto aggressori hanno accerchiato la vittima colpendola con calci e pugni, nonché con un manganello telescopico che uno di loro portava al seguito. Il passeggero dell’autovettura, intervenuto per aiutare l’amico, a sua volta è stato raggiunto da alcuni pugni e grazie all’intervento di un passante l’aggressione ha avuto fine.

I due malcapitati, a causa delle lesioni riportate, dovevano ricorrere alle cure dei sanitari del locale Pronto Soccorso. Sono in corso le procedure per applicare nei confronti dei responsabili i provvedimenti monitori e preventivi del Questore. Si evidenzia che il procedimento penale pende in fase di indagini e che le persone sottoposte ad indagine non possono definirsi colpevoli fino a sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.

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