Oltre l’apparato militare: il ruolo diplomatico dell’Alleanza Atlantica
Bruxelles, dal nostro inviato Paolo Buda: L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO) trascende la mera percezione di un’entità composta esclusivamente da truppe, operazioni militari e segreti. In realtà, la NATO si configura come un’organizzazione internazionale sofisticata, costituita da 31 Stati sovrani, il cui obiettivo primario è garantire e preservare la stabilità mondiale. Sebbene sia innegabile la sua capacità di “mostrare i muscoli” quando necessario, la NATO non è concepita per sferrare il primo colpo ma nemmeno per abbassare la guardia!
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Questa visione multidimensionale dell’Alleanza è emersa con chiarezza lo scorso 9 ottobre, quando ho avuto l’opportunità di accompagnare una delegazione di colleghi siciliani, vincitori del premio giornalistico “PO-FESER, L’Europa si racconta” – di cui sono stato insignito l’anno precedente – e funzionari della Regione Siciliana, alla scoperta dell’articolato apparato comunicativo della NATO.
Al cuore di questa macchina organizzativa opera un team di professionisti internazionali altamente qualificati. Il loro compito è supportare l’attuale Segretario Generale, l’olandese Mark Rutte, nella comunicazione delle decisioni cruciali adottate per consenso plenario dai rappresentanti degli Stati membri, tra cui figura l’Italia.
Nel delineare un quadro esaustivo delle missioni istituzionali affidate a questa area della NATO, è emerso un aspetto che ritengo particolarmente significativo: se l’Unione Europea può talvolta apparire distante, la NATO è assolutamente assente.
Eppure la presenza della NATO si estende anche al territorio siciliano, che ospita un avamposto strategico dell’Alleanza. È fondamentale ricordare che la NATO non dispone di eserciti o mezzi militari propri, ma si avvale di quelli messi a disposizione dagli Stati membri. A Sigonella, ad esempio, è operativa la base dei droni di sorveglianza Global Hawk, parte integrante del programma AGS (Alliance Ground Surveillance).
Un aspetto meno noto, ma di cruciale importanza, è l’impegno trentennale della NATO nell’attivazione di programmi di partnership con i paesi limitrofi. Questi programmi si focalizzano su tematiche di primaria importanza quali la sicurezza interna, il controllo delle acque territoriali, lo sviluppo delle capacità di addestramento e numerosi altri ambiti di cooperazione.
Questa strategia di diplomazia proattiva amplifica notevolmente la capacità dell’Alleanza di “produrre stabilità” su scala globale. Basti considerare le molteplici minacce che, originate dall’altra sponda del Mediterraneo, si propagano verso l’Europa attraverso la Sicilia, la Grecia e la Spagna. Tali minacce, spesso orchestrate da attori provenienti dall’Europa orientale e dall’Asia, mirano a destabilizzare il tessuto sociale e politico del nostro continente.
Ritengo che i colleghi giornalisti, anche quelli con una carriera più consolidata, abbiano colto l’importanza di narrare la NATO attraverso una lente diversa, più sfaccettata e obiettiva. La proliferazione di fake news riguardanti l’Alleanza può essere efficacemente contrastata solo attraverso un’informazione accurata, costante e responsabile.