La forza della poesia per cambiare il mondo

Col patrocinio del Comune di Mirabella il Centro Culturale Siculo Tedesco ha organizzato nei locali del palazzo Biscari la presentazione del libro ‘Il potere dei semi – Una storia una poesia’ di Vincenzo Zito, una serata molto partecipata che rinnova l’annuale appuntamento estivo dell’associazione con arte e cultura.

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Dopo i saluti del sindaco Giovanni Ferro ha preso la parola Filippa Martines, presidente del Centro Culturale Siculo Tedesco, per dare una chiave di lettura del libro : “dalla copertina vedo un albero di carrubbo a cui lo scrittore è molto legato per i suoi ricordi, c’è un messaggio più nobile di quanto si possa immaginare perchè un seme, per quanto piccolo, è uno scrigno che porta con sè delle potenzialità inimmaginabili (basta pensare a un chicco di grano che produce una spiga, una bacca un ginepro)…in ogni seme si nasconde la magnificenza di un albero, il seme è l’origine di tutto, di ogni cosa, Attraverso il libro ho trovato un seme bisognoso di cure e di un terreno fertile per poter attecchire, di acqua, luce e soprattutto della mano dell’uomo per essere messo a dimora, paragono il seme alla potenza della parola perchè anche le parole sono semi che portano con sè la capacità di attraversare le vite degli uomini e la capacità di una quotidianità capace di costruire rapporti, una parola se detta bene può costruire amicizie e rapporti ma le parole come semi possono anche distruggerli. Le parole sono uno strumento capace di trasmetterci emozioni, con cui si può fare del bene o anche causare del male, sono un mezzo con cui modificare la verità a proprio vantaggio, ingannare le persone o influenzare le menti…allo stesso modo le parole hanno un potere illimitato e straordinario che sono in grado di cambiare le vite, le relazioni e i sentimenti. Attraverso le parole ciascuno trasmette il proprio vissuto e le emozioni che ci attraversano, comunichiamo con noi stessi e col mondo che ci circonda e questo è il lavoro dello scrittore, con le parole analizza se stesso e cerca di trasferire le proprie emozioni al lettore”.

Annitta Di Mineo ha parlato di poesia e veridicità delle relazioni: “le poesie sono importanti per aprirci verso gli altri. Il poeta si isola ma ha uno sguardo sul mondo, sta solo per ascoltare la propria voce interiore e restituire agli altri i suoi pensieri, attraverso una voce leale e amica. Il vero confronto è col diverso da noi e non è internet a metterci in relazione. Ringrazio l’autore per la fiducia perchè il libro è pubblicato all’interno di una collana da me curata per l’editore Montabone. Vincenzo Zito più volte riflette su pensieri che tutti abbiamo ma non riusciamo ad esternare. La poesia nasce da un segno che ha una sua musicalità, noi che cerchiamo una nostra spiritualità. Fare cultura è una cosa bella perchè noi dobbiamo lasciare dei semi che non sono quelli che ci dà la tecnologia in mano perchè le relazioni virtuali non sono reali. L’autore ci fa capire che il tempo è fondamentale, abbiamo solo il nostro tempo che non sappiamo usare e bisogna imparare a essere utili per se stessi e la collettività. Nel libro ci sono poesie che parlano di amicizia (una attraverso la figura del comune amico Pino Zaccaria), la morte, Dio, poesie che diventano un dialogo per comunicare la nostra vita”.

L’autore Vincenzo Zito ha spiegato i motivi della sua azione poetica: “la poesia di una storia di una persona è la stessa storia vista da altra prospettiva o da altra dimensione … io le poesie non le invento ma le trovo per strada, basta solo condividere le poesie. Osservo ciò che succede intorno e annoto in un’agenda. Le parole sono importanti e mi trovo coinvolto in alcuni gruppi di animatori che vanno a trovare gli anziani o gli alunni delle scuole elementari e dal nulla nasce un’idea, ciascuno ha la sua idea e poi viene fuori un’idea comune. Le persone a occhi chiusi sono invitate a soffermarsi su un’immagine e tutti devono far venire fuori una parola o un colore che indica un’emozione. Si fanno anche dei disegni che da soli stanno in gruppo e fanno esplodere delle energie inattese, dove ciascuno cerca di far venir fuori un’idea che mette per iscritto, così si cerca di vedere se stessi in questa attività. Si genera qualcosa che non è previsto (sentirsi alberi ad esempio)”.
L’autore ha fatto riferimento a esperienze fatte a Torino, città dove vive con la famiglia, come la terapia del buonumore e la musicoterapia. Egli fa parte di un gruppo di poeti che vanno in giro a declamare poesie incontrando così tante persone.

Durante la serata l’autore ha coinvolto tre bambini nella creazione di una poesia e sono state lette cinque poesie da Jennifer Orofino, Rosario Salafrica, Pino Zaccaria, Filippa Martines (‘Capelli grigi e bianchi’, ‘Femmina banca del sole’, ‘C’era una volta un tempo’, ‘Mi amo ancor di più’ e ‘Ti seguirò’).

Per il prof. Ignazio Campo “l’espediente della commistione tra poesia e prosa è utile soprattutto per dare al lettore l’opportunità di capire la genesi e l’ispirazione del testo, nei brani declamati c’è tutta la poetica dell’autore che si può sintetizzare in un rapporto empatico col lettore, brani che si spostano verso temi filosofici come la ricerca del senso della vita che uno trova in tutti gli eventi che incontriamo, cerchiamo di dare un’unità al nostro vivere … cercare il tutto senza perdere di vista il particolare significa la ricerca di una dimensione religiosa (la donna come creatrice della vita, la commistione di tutte le discipline scientifiche che non danno il senso dell’assoluto), un confronto con qualcosa che va oltre l’empirico e va nel religioso, anche se l’autore si professa non credente. C’è una fede in una religione cosmica che non ha niente a che vedere col cristianesimo, dentro di noi c’è una chiesa invisibile fatta della nostra interiorità”.

La serata si è conclusa con una targa di riconoscimento al poeta data dall’assessore alla cultura David Granato e un omaggio floreale alle relatrici.

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