“Si indìca un tavolo tecnico con l’assessore regionale della Sanità Giovanna Volo che disponga, per il biennio 2023-2024, il blocco dei concorsi, anche a tempo determinato, nonché la sospensione di quelli già avviati e lo stop alle assunzioni di medici per tutte le aziende del Servizio sanitario regionale riguardo alle discipline per le quali le dotazioni organiche abbiano una copertura superiore al 70%. Contemporaneamente, si affidi a una delle Aziende sanitarie siciliane l’onere di promuovere una sola procedura a livello regionale attraverso cui distribuire proporzionalmente il totale dei vincitori fra le Aziende in cui la copertura dei posti sia inferiore al 70% della previsione organica”.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Questa la proposta avanzata dal sindaco di Caltagirone Fabio Roccuzzo e approvata nella seduta di ieri dal Consiglio regionale dell’Anci Sicilia (presidente Paolo Amenta), che ha così deciso di sposare la causa degli ospedali delle aree interne, alle prese con una situazione drammatica dovuta alla gravissima carenza di medici, specialmente nei reparti di “frontiera”.
Secondo Roccuzzo “le aree interne della Sicilia vivono una condizione inaccettabile di grave e preoccupante perifericità che crea ogni giorno nocumento al diritto alla salute di centinaia di migliaia di cittadini, costretti a subire disparità di trattamento e, in alcuni casi, addirittura privati dei più elementari servizi sanitari e ospedalieri. L’esperienza che da sindaco di Caltagirone vivo quotidianamente, insieme ai colleghi sindaci del territorio, ci ha spinti a più riprese a chiedere l’invio di medici necessari per garantire la piena funzionalità dei diversi reparti e di quelli dell’emergenza in particolare”.
Un esempio su tutti, citato dal sindaco di Caltagirone, costituisce la prova della disparità di trattamento “perpetrata a discapito delle aree interne, sempre più private di personale medico e tecnico, e a beneficio delle grandi realtà ospedaliere delle città metropolitane e delle città capoluogo di provincia”: la pianta organica del Pronto soccorso dell’ospedale di Caltagirone ha una copertura inferiore al 10%, mentre quella del Pronto soccorso del Policlinico di Catania supera il 90%.
“Questa situazione – denuncia Roccuzzo – ha generato due Sanità: una di serie “A” e una di serie “B”, con vantaggi per alcuni e disservizi per altri, con tempi di interventi efficienti per alcuni e rischi di pubblica incolumità per altri. Servono, dunque, immediati correttivi che ripristinino i principi di eguaglianza ed equità sanciti dalla Costituzione, purtroppo oggi violati e non unanimemente riconosciuti, a partire da decisioni urgenti che rimodulino il governo dei processi di acquisizione dei dirigenti medici da assegnare nei diversi ospedali siciliani”.
A Caltagirone il quadro è reso ancora più drammatico dalle condizioni di estrema precarietà e grave insufficienza del numero dei medici di Cardiologia, dove la parziale copertura dei posti vacanti è garantita sino al 31 marzo. “Ma da sabato 1 aprile – incalza il sindaco – se non si registreranno novità, tornerà a incombere lo spauracchio della chiusura di un’unità operativa indispensabile per salvare tante vite umane”.