La CGIL siciliana lancia una campagna di mobilitazione per il cambiamento regionale

La Cgil siciliana annuncia l’apertura di una fase di mobilitazione per ottenere risposte dal governo regionale sui principali problemi della Sicilia.

Puntando innanzitutto al superamento di criticità “insostenibili”, come quelle di un sistema sanitario inadeguato, di una gestione dei rifiuti inefficiente, del problema dell’approvvigionamento idrico, dei diritti alla casa e all’istruzione non garantiti.
E proponendo un nuovo modello di sviluppo che inneschi processi di nuova occupazione e costruisca un futuro diverso, nel quale siano garantiti i diritti all’istruzione, al lavoro, alla salute, alla casa.
“Vogliamo mettere in discussione il modello di regione che si sta delineando”, ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino presentando la campagna di mobilitazione.
“Oggi  la regione non programma ma è sempre di più un ente gestore della spesa pubblica, che usa per alimentare consenso e clientele”.
In un documento, dal titolo “Cambiamo il futuro della Sicilia”, il sindacato ipotizza una nuova Sicilia nell’area euromediterranea, guardando a politiche per una transizione ecologica socialmente sostenibile, per la tutela del suolo, per un nuovo modello energetico e industriale, per un’agricoltura di qualità. Puntando anche sul patrimonio culturale, sullo sviluppo della rete stradale autostradale e ferroviaria.
“Bisogna rispondere all’inerzia della classe politica mobilitando le energie migliori della Sicilia”, – ha sottolineato Mannino -. “Sul banco degli imputati il governo presieduto da Renato Schifani. Un esecutivo inefficiente e totalmente acquiescente rispetto alle scelte antimeridionaliste del governo nazionale, prima tra tutte quella sull’autonomia differenziata che contrasteremo fino alla sua cancellazione. Rilevante il tema della legalità, con l’intenzione di convocare un’assemblea regionale delle associazioni e dei soggetti che si spendono sul fronte di un’antimafia vera, concreta”.
Dal 16 ottobre a fine novembre in luoghi emblematici della Sicilia ci saranno manifestazioni della Cgil, che punta a coinvolgere associazioni sindacali e della società civile, “per dare una spallata all’inerzia di questo esecutivo regionale. E’ un progetto che dedichiamo alle giovani generazioni che hanno il diritto di immaginare e di potere costruire un futuro nella propria terra”.

Queste le manifestazioni in programma

Il 16 ottobre ad Enna (tema siccità); il 6 novembre a Trapani ( tema energia), l’8 novembre a Catania (casa e abitare), il 9 novembre a Caltagirone (Rifiuti), il 12 novembre a Messina (infrastrutture), il 16 novembre a Ragusa (sanità), il 19 novembre a Palermo (Scuola), il 22 novembre ad Agrigento (cultura), il 26 novembre Caltanissetta ( politiche giovanile). Sul tema industria la manifestazione si terrà a Siracusa in data ancora da definire.

Il documento della CGIL

In una trentina di pagine la Cgil fa un’analisi di contesto: Quasi 350 mila siciliani emigrati negli ultimi 13 anni, soprattutto i più giovani. Il 38,1 % della popolazione a rischio povertà e il 43,5% a rischio anche di esclusione sociale. Il 74% di chi chiede aiuti alla Caritas è cittadino italiano. Il tasso di disoccupazione giovanile è del 31,2% contro la media nazionale del 16,7% e quella europea dell’11,2%, il tasso di disoccupazione femminile è del 20% e sono le donne per il 45% a impinguare le fila dei Neet. In questo contesto le nuove assunzioni sono quasi tutte precarie, l’80% nel periodo aprile- giugno 2024. “L’autonomia differenziata– osserva Mannino- aggraverà questo quadro”.
Nel suo documento la Cgil parla di “governo regionale asservito al governo nazionale, di una maggioranza impegnata in lotte di potere per la spartizione dei posti di governo e di sottogoverno, mentre manca una visione prospettica per lo sviluppo della Sicilia”.
Nel capitolo infrastrutture il sindacato descrive lo stato critico di ferrovie, strade e autostrade dove “molti dei restringimenti di corsia non sono cantieri aperti ma misure adottate come unica opzione possibile in alternativa alla chiusura finche non ci saranno le risorse per renderle adeguate”.
Dal sindacato dunque la richiesta che i 13,5 miliardi previsti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto vengano impiegati per superare queste criticità “perché è necessario intervenire per rendere in Sicilia la mobilità una realtà e non un’avventura”.
La Cgil descrive anche i deficit del servizio sanitario pubblico del sistema di gestione dei rifiuti, e parla degli interventi necessari per garantire il diritto allo studio e il diritto alla casa e ad abitare in città verdi e sostenibili.
L’adozione di strategie per contrastare il cambiamento climatico viene definito “un passo indispensabile”, contro la desertificazione, la siccità, a garanzia di diritti e benessere.

In una regione dove nel 2022 si sono registrate perdite dalle reti idriche del 51,6%, dove sono note le carenze del sistema idrico e “le responsabilità politiche del governo regionale sono evidenti”.

La Cgil fa l’elenco del non fatto e, riguardo iniziative come la perforazione di pozzi, esprime un giudizio netto: “Si conferma una Sicilia in balia delle correnti con un governo che inventa strategie più di distrazione dell’opinione pubblica dai problemi che per la loro soluzione”.

Attenzione dal sindacato alle aree interne , mentre le politiche industriali ed energetiche vengono definiti “snodi fondamentali”. Proposte del sindacato arrivano anche a quest’ultimo riguardo.
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