La canapa come alimento e farmaco, ne parla il dott. Mimmo Scollo

Oggigiorno il tema dell’ambiente è sempre più al centro di numerosi dibattiti. Quante materie possono essere sostituite da sostanze naturali e rinnovabili? È difficile immaginare un’economia senza petrolio e senza prodotti dell’industria chimica? Oppure, quanto è difficile desiderare una società a basso contenuto di inquinamento e di danni causati all’ambiente? Molteplici sono le sostanze naturali che possono farci ben sperare, tra queste vi è la canapa. Con le materie prime di questa pianta, naturale e biodegradabile, possono essere prodotti diversi materiali in maniera pulita ed economicamente conveniente: tessuti, vernici, carta, ecc. Non solo, la canapa è anche una pianta che può essere utilizzata a scopo farmacologico e alimentare. A riguardo, di conseguenza, il Dott. Mimmo Scollo, farmacista e ricercatore scientifico calatino, ascoltato da Prima Stampa degli Erei, ci accompagnerà in un viaggio alla riscoperta della canapa, una tra le specie coltivate e conosciute fin dall’antichità, e dei suoi benefici apportati all’umanità come alimento e farmaco.

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Ai giorni nostri, ancora, in molti negano di conoscere la canapa come specie naturale dalla quale poter ricavare numerosi prodotti. Forse per una mancanza di informazione della cittadinanza, per una chiusura mentale o per una dimensione socio-culturale che vede la canapa soltanto come sostanza stupefacente? Ebbene, alla luce di tutto ciò, Dott. Mimmo Scollo potrebbe aiutarci a comprendere che cos’è la canapa?

“La canapa è, prima di tutto, una pianta che contiene una complessità di molecole che hanno azioni differenti. È l’azione sinergica di queste molteplici molecole che è molto importante ed utile. Infatti, queste stesse, ad esempio, riescono a ottimizzare l’effetto terapeutico della canapa. Quindi, siamo di fronte ad una pianta che ci permette di vagliare le quantità relative alle molecole attive, a livello terapeutico, nonché di colpire in maniera quasi personalizzata la terapia su uno specifico soggetto e, soprattutto, organismo umano. E a riguardo ci sono moltissimi studi scientifici che provano il tutto attraverso un preciso approccio basato sull’evidenza clinica”.

Si parla molto di “proibizionismo” di questa pianta. Cosa ne pensa?

“Parecchi dibattiti e controversie vengono, ad oggi, mosse riguardo al proibizionismo della canapa. Ebbene, il mio pensiero sul proibizionismo di questa pianta, ludico o terapeutico che si voglia, è il seguente: questa pianta attraverso una precisa regolamentazione di giuste precauzioni d’uso, di definizione di dosaggi, che ne permettono una sicurezza d’uso, può e deve essere utilizzata a nostro beneficio. Basta regolamentare il tutto ma, certamente, basta anche non eccedere perché, come tutte le altre sostanze (tabacco, alcool, ecc), può causare gravi danni alla nostra salute. Ad esempio, è provato scientificamente che per morire di cannabis bisogna averne consumata 20kg in un’unica volta. Quindi, ben capiamo che l’eccesso è molto rischioso. Infine, la canapa, come pianta, è assolutamente naturale e biodegradabile, al contrario della montagna di plastica che ogni giorno invade gran parte del nostro territorio locale e nazionale”.

La canapa, come viene sostenuto dagli studi scientifici, apporta numerosi benefici dal punto di vista farmacologico e, quindi, terapeutico. Dunque, questa pianta come viene utilizzata a tal fine?

“Secondo i limiti di sicurezza d’uso e proprio per la provata conoscenza tossicologica di questa pianta, la canapa, o meglio ancora, la cannabis light è commercializzabile, anche se la recentissima sentenza della Cassazione delle Sezioni Unite si è espressa non favorevole. Tuttavia, quest’ultima non contiene molto THC (per legge non deve superare lo 0.6%) tale da non avere un effetto psicoattivo e, di conseguenza, stupefacente. Il THC sopra il 22% fa male ma assieme al CBD (entrambe sono molecole quasi antagoniste) bilanciano gli effetti totali: fino al 22% di THC e fino al 14-18% di CBD non accade nulla. Ad esempio, il 22% di THC è molto utile per malattie oncologiche e per battere l’astemia dei pazienti oncologici. Mentre, il 18% di CBD è utile perché quasi un ansiolitico. Inoltre, se abbiamo quantità più o meno uguali di THC E CBD riceviamo anche un trattamento per malattie reumatiche. La cannabis light, che non ha alti tenori di CBD e di THC, attualmente è anche utilizzata in un farmaco, l’EPIDIOLEX, che serve per abbassare e ridurre al massimo, in sinergia quasi sempre con alcuni farmaci, gli attacchi epilettici nei bambini. L’EPIDIOLEX è utilizzato in Israele, negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei. Per di più, l’estratto ad alto tenore di CBD, e non di THC, è usato per normalizzare i comportamenti sindromici dei bambini autistici. Infine, la legge sulla canapa ad uso terapeutico, ad oggi, permette la sua applicazione in cinque o sei patologie, anche nei pazienti affetti da sclerosi multipla”.

In conclusione, la canapa è anche utilizzata come alimento. Quindi, come tale quali sarebbero i benefici che potrebbe apportare alla qualità di vita degli esseri umani?

“La canapa come alimento è una via differente rispetto a quella terapeutica. Per la finalità terapeutica, che prevede solo infiorescenze femminili, si utilizza il fiore ma quando quest’ultimo viene impollinato otteniamo il frutto e, successivamente, il seme che permette la propagazione della pianta. A scopo alimentare, quindi, non ci si ferma all’infiorescenza femminile ma la si fa impollinare dal polline maschile e, di conseguenza, si arriva all’infiorescenza in semi. Quest’ultimi contengono un olio con caratteristiche ottimali e di percentuale di Omega 3, Omega 9 e il giusto rapporto di Omega 3 e Omega 6. Ponendosi come alimento, la spremitura dei semi di canapa produce un olio e può fungere anche da antinfiammatorio. Dopo la spremitura dell’olio, troviamo la farina che, dal punto di vista nutrizionale, è qualcosa di veramente importante ed efficace. La farina ha pochi carboidrati, una buona quantità di fibre, tantissimi sali minerali e, rispetto alla carne e al pesce, il 100% in più di proteine e di amminoacidi che il nostro corpo richiede. Le piante in generale, come la canapa, contengono già tutto quanto. Dal punto di vista nutrizionale, la canapa è completa sotto molti aspetti. La farina, derivante dalla canapa, è integrata ad oggi in prodotti da forno o di derivazione cerealicola (biscotti, pizza, pasta, pane). Coltivare la cannabis a scopo alimentare è ottimale perché è una pianta che ha un ciclo di vegetazione e di maturazione molto corto (4-6 mesi al massimo). Ha un effetto rigenerante nel terreno come azotofissatore e ha un effetto diserbante naturale. Quindi, per concludere, con la canapa si abbassa anche l’utilizzo di prodotti chimici e diserbanti. La canapa è una pianta che non fa perdere nulla”.

 

Alessandro Annaloro

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