L’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche evidenzia come in Sicilia le residue riserve idriche vadano esaurendosi più rapidamente di quanto previsto, nonostante i provvedimenti, che limitano le erogazioni.
Da uno studio effettuato dall’ANBI, pubblicato lo scorso 17 ottobre, emerge che i paesaggi dell’entroterra siciliano stanno assumendo caratteristiche tipiche dell’Africa settentrionale con terreni brulli e polverosi a rimpiazzare pascoli e colture foraggere.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!I frutteti ormai rinsecchiti sono abbandonati in quello, che rischia di diventare un deserto anche economico: estati sempre più calde, aride (a Giugno e Luglio il deficit pluviometrico sull’Isola ha superato l’80%) e prolungate (ancora la scorsa settimana si sono sfiorati i 30 gradi), accompagnate da inverni miti e secchi (Gennaio e Marzo 2024 hanno registrato rispettivamente il 63% ed il 42% di pioggia in meno rispetto alla media) hanno non solo prosciugato gli acquiferi, ma compromesso la fertilità e la stabilità dei suoli.
Così le annunciate piogge diventano una minaccia concreta a causa delle fredde correnti artiche, che andranno a scontrarsi con i venti caldi di scirocco su un mar Mediterraneo, dove la temperatura dell’acqua si aggira ancora tra i 23 ed i 25 gradi: una combinazione di elementi, che potrebbe generare fenomeni estremi, di cui abbiamo già avuto modo di saggiare la pericolosità con i nubifragi che hanno interessato il Nord.
Nell’Italia meridionale sta esaurendosi la poca acqua rimasta
In Basilicata il bacino di monte Cotugno trattiene solamente 53,85 milioni di metri cubi, cioè l’11,2% della capacità d’invaso di quella, che è la più grande diga in terra d’Europa. In Puglia, nei serbatoi della storicamente fertile piana della Capitanata restano meno di 40 milioni di metri cubi. In Calabria il fiume Ancinale è quasi all’asciutto.
Scenari ricchi di incognite
Ecco la domanda, che pone il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano: “Quanto tempo e quanta pioggia ci vorrà, affinché i grandi bacini meridionali possano ricaricarsi e tornare ad assolvere al loro compito essenziale per la vita e l’economia del Mezzogiorno? Nel 2025 dovremo assistere alla stessa, sconfortante condizione fatta di turnazioni, limitazioni, interruzioni e provvedimenti emergenziali nella gestione dell’acqua?”