Bellamorea, uno dei gruppi più interessanti del territorio siciliano. Emanuele e Francesco, nati a San Michele di Ganzaria, si sono distinti ad Italia’s Got talent ottenendo successo tra il pubblico italiano, e soprattutto siciliano. Conosciamoli attraverso un’intervista esclusiva per i lettori di Prima Stampa.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Per chi non vi conosce, inquadriamo meglio il vostro genere musicale, perché avete scelto proprio questo? «”Bellamorèa”, da un’idea dei fratelli Emanuele e Francesco Bunetto, nasce come Progetto etnomusicologico per la valorizzazione delle tradizioni culturali e della musica popolare del Mediterraneo (non solo siciliana). Abbiamo deciso di dare una continuità alla tradizione. Oltre a studiare, ricercare ed eseguire i canti della tradizione, scriviamo nostri brani inediti con testi dialettali ma con sonorità moderne. Anche se presentiamo brani riadattati di Rosa Balistreri e di molti artisti del mondo della World music, quest’anno abbiamo voluto ulteriormente investire e dare un senso al nostro progetto. Infatti, sono in corso di registrazione diversi brani inediti, perché vogliamo arrivare anche a un pubblico giovanile per avvicinarli nel mondo della tradizione ma con innovazione. La scelta di intraprendere questo genere musicale, quindi, è data dalla voglia di far conoscere il mondo della musica popolare perché crediamo nella cultura della nostra terra e nelle proprie radici».
Parlatemi di voi e del vostro amore per la musica, ricordate come e quando è nato? «Emanuele studia pianoforte dall’età di 4 anni e a 11 inizia il conservatorio in chitarra classica. Francesco studia canto dall’età di 12 anni. Insieme, anche se con generi di musica pop rock italiana e straniera, si esibiscono insieme vincendo vari concorsi da circa 15 anni».
Perché avete scelto proprio il nome Bellamorèa? «Bellamorèa è la traduzione italiana di Bukur More, un canto nostalgico Arbrëresh, della tradizione greco-albanese, per dare omaggio al nostro paese siciliano, San Michele di Ganzaria, dominato anche da una colonia, appunto, greco albanese». Questo il link della rivisitazione del brano
Chi dei due fratelli scrive i testi delle canzoni? «Emanuele scrive i testi e la musica delle canzoni».
“Omuvili”, il nuovo inedito, come vi siete trovati a lavorare con due comici di spessore come Giovanni Cacioppo e Dario Angiolillo? «Omuvili, nuovo inedito, nasce come ispirazione alla figura siciliana di Beppe Nappa e mira a dare come messaggio che apparenza e pregiudizi ingannano. Giovanni Cacioppo ha accolto con entusiasmo il nostro progetto accettando la collaborazione, interpretando il genitore dell’omuvili. Abbiamo chiesto a lui perché in molte sue gag affronta questa tematica».
Pensate sia difficile emergere come cantanti di musica popolare? «Le esperienze TV ad “Italia s got talent”, su canale 5 e il Concerto presso Auditorium RAI e le tante Radio italiane e straniere, ci hanno permesso di arrivare ad un pubblico nazionale, oltre che regionale. Le emozioni che può dare la musica sono infinite. Siamo fieri ed orgogliosi del nostro successo sui social, e ci emoziona farci seguire dagli italiani residenti nel mondo, perchè la musica popolare è la musica che fa parte di tutti, è la nostra identità. Ma soprattutto, le emozioni più grandi le proviamo quando suoniamo dal vivo per gli italiani residenti nel mondo. È uno scambio di emozioni perchè guardare i loro occhi emozionati e nostalgici mentre cantiamo e suoniamo ci trasmettono emozioni forti e indescrivibili. È proprio questa la nostra Chiave di volta che ci permette di raccogliere i frutti del nostro lavoro. Lo spettacolo della nostra tournée, dal titolo “Med World tour”, ha posto come obiettivo la possibilità di portare la musica popolare del mediterraneo presso comunità di italiani residenti nel mondo. Abbiamo suonato in America, Giappone, Germania, Belgio, Inghilterra, Malta e Italia.. e nel 2020 con date da riconfermare visto l’attuale emergenza saranno in giro per il Mondo (Argentina, Svizzera, Australia, Russia e Sud Africa)».
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate finora? «Ci dispiace quando la nostra musica viene etichettata come “folkloristica” da chi proviene dal nord italia. Ma quando giriamo il mondo e incontriamo nei nostri spettacoli anche loro, il problema non persiste perché siamo tutti uguali da mord a sud italia, senza distinzioni».
C’è già qualcosa di nuovo in cantiere? «Oltre al disco, da questo autunno inizierà, inoltre, la Tournée di teatri del Sud Italia».
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