Un servizio del “Corriere della Sera” a firma di Salvo Fallica, pubblicato il 6 ottobre scorso, ha fatto emergere che in Sicilia molti agrumeti si sono convertiti, parzialmente o totalmente, in produzioni di frutti tropicali per diverse ragioni che andiamo ad analizzare.
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I numeri delle esportazioni
Per comprendere bene il fenomeno di crescita di questo settore è importante dare uno sguardo ad alcuni dati statistici riferiti all’anno precedente in Italia, gli agrumi hanno fatto segnare complessivamente un più 9,9% nell’export, i kiwi un più 13,2%. Decisamente più significativo il balzo in avanti della frutta tropicale con un più 20,9%.
I cambiamenti climatici favoriscono la produzione di avocado
L’avocado si adatta alle aree tradizionalmente dedicate alla coltivazione del limone. In Sicilia, la fascia ionica-orientale, da Acireale a Messina, è considerata favorevole per la produzione di avocado.
Negli ultimi anni, il limone viene colpito da un fungo, il Mal Secco, ed è un problema serio che ha complicato la commercializzazione degli agrumi. In contrasto, la domanda di avocado è in forte crescita. Per coltivarlo ci vuole più acqua, ma i costi vengono compensati dal ritorno economico della vendita dell’avocado.
L’avocado prospera in terreni vulcanici e necessita di acqua di alta qualità, come quella proveniente dall’Etna e le temperature miti e umide favoriscono la crescita, infatti in inverno le temperature non devono scendano sotto lo zero. Altre zone favorevoli per la coltivazione dell’avocado sono la Conca d’Oro nel Palermitano e Sant’Agata di Militello nel Messinese.
L’avocado è entrato a far parte della dieta contemporanea, spesso utilizzato come sostituto dell’olio nelle insalate, ed è un alimento sano. Gli agrumeti stanno soffrendo a causa dell’aumento delle temperature e della siccità. Il mercato dell’avocado è promettente, con una forte domanda nei mercati del Nord Europa.
Il Mango e la sua coltivazione
La zona dove maggiormente si è sviluppata la produzione di mango in Sicilia è quella compresa fra Messina e Palermo, o meglio tutta la zona costiera a nord che si affaccia sul Mar Tirreno, infatti in questi luoghi i frutti possono godere di condizioni climatiche e ambientali straordinarie. La loro distribuzione va da agosto a settembre, ma può protrarsi sino a novembre.
Il caffè coltivato in Sicilia
Nello scenario attuale vanno anche considerati i cambiamenti climatici che spingono verso prodotti diversi dalla grande tradizione isolana, basti pensare al fatto che a Palermo in piantagioni sperimentali viene prodotto il primo caffè 100% siciliano. Il caffè più distante dall’area tropicale.
Grazie alle piantagioni sperimentali della torrefazione Morettino, che lavora al progetto da 30 anni, con i primi semi donati dall’Orto botanico di Palermo e piantati da Arturo Morettino a circa 350 metri sul livello del mare nella borgata di San Lorenzo ai Colli, a Palermo.
Un progetto innovativo per gli anni ’90, un’iniziativa nata a scopo didattico, che rappresenta un segnale per i giovani che si stanno gradualmente riavvicinando al mondo dell’agricoltura. Il cambiamento climatico si combatte a piccoli passi, e chi lavora la terra lo sa bene. E’ un progetto aperto a studiosi, appassionati, scienziati, produttori, perché solo lavorando insieme e facendo rete si può sviluppare la produzione siciliana.
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