Il Festival “Ierofanie”è in corso fino al 27 ottobre nei parchi archeologici di Naxos-Taormina e Segesta.
Terza edizione per il Festival “Ierofanie” (il termine significa “manifestazione del sacro”), direzione artistica di Claudio Collovà, promossa dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’identità Siciliana, dove l’iniziativa è stata presentata mercoledì 16 ottobre.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Tre spettacoli tra Naxos e Segesta
Nel primo fine settimana, dal 18 al 20 ottobre il festival sarà nel Parco archeologico di Naxos, mentre dal 25 al 27 ottobre si sposterà al parco archeologico di Segesta.
L’inizio ai Naxos, venerdì 18 ottobre, con il primo degli incontri della sezione dedicata agli approfondimenti del sacro “CustoDire la soglia”, curata da Fulvia Toscano. A seguire, la sezione vedrà ospiti Giuseppe La Spada, Guido Andrea Patuasso e Stefania Pennacchio.
La sezione musicale prevede tre spettacoli, al parco di Naxos dal 18 al 20 ottobre, e in replica al teatro di Segesta, dal 25 al 27 ottobre. Si tratta di Santamarea in concerto con “Splendere”, “Cigni tour” di Angelo Sicurella live band, “Battiti e respiri”, concerto di Davide Campisi (voce e tamburi) e Salvo Compagno (voce, tamburi e percussioni).
“Un progetto di alta qualità che ha già dimostrato il suo valore negli anni precedenti – spiega l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – costituisce un valore aggiunto e un volano per attrarre nuove presenze e sviluppare un turismo che guarda alla qualità e all’esperienza”.
Un viaggio tra arte e natura
“Un festival che esplora le molteplici forme del sacro e l’intenso legame tra l’uomo e i luoghi che custodiscono tracce di un tempo antico – dice la direttrice del parco archeologico Naxos-Taormina, Mirella Vinci – il festival non è solo un evento culturale, ma un invito a riscoprire la dimensione spirituale e l’energia profonda che permeano il nostro patrimonio archeologico”.
“La sacralità di Segesta risiede nella sua capacità di evocare l’invisibile, di rendere palpabile quel legame profondo che unisce l’uomo al mistero dell’esistenza. In questo luogo – prosegue il direttore del parco archeologico di Segesta, Luigi Biondo – dove la natura e l’arte si incontrano senza soluzione di continuità, il dialogo tra storia e spirito trova una voce potente”.
Fonte: Ansa