Grammichele, giudizio immediato per Irina Bostan: per l’accusa causò la morte del figlio 14enne

Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Caltagirone, nella persona del Dott. Giuseppe Tigano, letti gli atti ed esaminata la richiesta di giudizio immediato presentata dal Pubblico Ministero Dott.ssa Samuela Maria Lo Martire, nei confronti di Bostan Irina, ha disposto procedersi nei confronti della stessa imputata, con Giudizio immediato fissando per la comparizione della stessa dinanzi la Corte D’Assise di Catania, l’udienza penale per il prossimo 29 marzo 2022.

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La Bostan Irina, è imputata del delitto previsto e punito dall’articolo 591 comma 1, 3 e 4 c.p., perché, in qualità di genitore, abbandonava il figlio Scacco Adriano di anni 14 – di cui aveva la custodia – persona incapace di provvedere a se stessa per malattia di mente e corpo, in quanto affetta da tetraparesi spastico-distonica intellettiva grave; condotta consistita nel lasciare il minore incapace alla prolungata esposizione a calore, da cui ne derivava la morte per ipertermia; con l’aggravante della recidiva specifica ex art. 99 comma 2 n. 1 c.p., fatto commesso in Grammichele ed accertato il 14/08/2021.

I familiari della povera vittima, residenti a Pordenone, per il tramite del proprio legale di fiducia l’avvocato Luca Strazzulla del Foro di Caltagirone, anticipano sin da adesso la propria volontà di costituirsi parte civile nel medesimo procedimento, anche al fine di ottenere un risarcimento del danno, consapevoli in ogni caso, che qualsiasi eventuale simbolica somma, non potrà mai alleviare il dolore per la perdita del proprio caro fratello Adriano di soli 14 anni, voluto bene da tutti coloro che lo conoscevano.

Gli stessi familiari, sempre per il tramite del proprio legale di fiducia, chiedono a gran voce una sola cosa, ovvero che venga fatta celermente giustizia, auspicando altresì che la Procura della Repubblica competente territorialmente, valuti dettagliatamente di ampliare ed approfondire ulteriormente le indagini, al fine di individuare anche tutte le responsabilità penali, di tutti gli altri soggetti, rappresentanti delle istituzioni, degli enti preposti alla tutela dei minori e non, che a conoscenza del disagio sociale in cui viveva il piccolo Adriano, minore incapace di provvedere autonomamente a se stesso, con la propria condotta omissiva, non hanno fatto nulla per prevenire ed impedire la morte dello stesso minore, e quindi rendendosi di fatto complici di quanto gravemente accaduto.

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