Giornata della Memoria, ricordo dei militari italiani morti nei campi sterminio

Giornata della Memoria, in ricordo dei 50 mila militari italiani morti nei campi di sterminio. Interviene l’On. Gianluca Rizzo.

Giornata della Memoria. “Come ogni anno, nella Giornata della Memoria, ci tengo a ricordare il tributo di sangue e le sofferenze patite dai militari italiani di religione ebraica, congedati d’autorità in base alle leggi razziali. Ad essi si deve aggiungere un ricordo doveroso per tutti quei militari delle Forze Armate italiane. Dopo l’8 settembre dissero no a nazisti e fascisti della Repubblica di Salò e che, in 710mila, vennero deportati nei campi di sterminio. Di questi oltre 50.000 persero la vita”.

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Lo dichiara in una nota Gianluca Rizzo, presidente della Commissione Difesa della Camera.

“Non si deve disperdere la memoria di questo sacrificio. Nel solo Regio Esercito tra gli ufficiali in servizio permanente attivo e quelli non in servizio, vi furono ben 3.057 ufficiali ebrei che vennero, di punto in bianco, messi in congedo. Tra di loro anche 25 generali in ausiliaria o della riserva”.

Il Presidente Rizzo ricorda come in base al Regio Decreto Legge 22 dicembre 1938, n. 2111 che dettava ‘Disposizioni relative al collocamento in congedo assoluto. E al trattamento di quiescenza del personale militare delle Forze armate dello Stato di razza ebraica, “lo Stato italiano si privò di ufficiali e militari graduati e non che avevano dimostrato sul campo l’attaccamento alla bandiera e alla Nazione”.

LEGGI ANCHE: Giornata della Memoria, una ferita indelebile: manifestazioni in tutta Italia

“Le leggi razziali non risparmiarono nessuno – prosegue Rizzo – gettando nello sconforto tanti militari e le loro famiglie. L’epurazione anticipava la Shoah, tantissimi di questi servitori della Nazione finirono nei campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale. Le sofferenze dei deportati Internati Militari Italiani, tra loro il più celebre fu lo scrittore e umorista Giovannino Guareschi, non furono da meno, tanto che in oltre 50.000 non fecero ritorno a casa e morirono di fame, malattie e stenti nei lager nazisti del Reich”.

“Memoria non è solamente ricordare – conclude il Presidente Rizzo – ma anche ribadire il nostro ‘mai più’ alle discriminazioni e al razzismo. Anche per questa ragione le Forze Armate attuali si uniformano ai principi costituzionali e sono fatte da uomini e donne di ogni fede religiosa, colore della pelle, estrazione sociale o etnica. Sono un luogo d’integrazione al servizio della Patria e di cui ogni italiano può essere orgoglioso”.

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Giornata della Memoria. “Come ogni anno, nella Giornata della Memoria, ci tengo a ricordare il tributo di sangue e le sofferenze patite dai militari italiani di religione ebraica, congedati d’autorità in base alle leggi razziali. Ad essi si deve aggiungere un ricordo doveroso per tutti quei militari delle Forze Armate italiane. Dopo l’8 settembre dissero no a nazisti e fascisti della Repubblica di Salò e che, in 710mila, vennero deportati nei campi di sterminio. Di questi oltre 50.000 persero la vita”.

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Lo dichiara in una nota Gianluca Rizzo, presidente della Commissione Difesa della Camera.

“Non si deve disperdere la memoria di questo sacrificio. Nel solo Regio Esercito tra gli ufficiali in servizio permanente attivo e quelli non in servizio, vi furono ben 3.057 ufficiali ebrei che vennero, di punto in bianco, messi in congedo. Tra di loro anche 25 generali in ausiliaria o della riserva”.

Il Presidente Rizzo ricorda come in base al Regio Decreto Legge 22 dicembre 1938, n. 2111 che dettava ‘Disposizioni relative al collocamento in congedo assoluto. E al trattamento di quiescenza del personale militare delle Forze armate dello Stato di razza ebraica, “lo Stato italiano si privò di ufficiali e militari graduati e non che avevano dimostrato sul campo l’attaccamento alla bandiera e alla Nazione”.

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“Le leggi razziali non risparmiarono nessuno – prosegue Rizzo – gettando nello sconforto tanti militari e le loro famiglie. L’epurazione anticipava la Shoah, tantissimi di questi servitori della Nazione finirono nei campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale. Le sofferenze dei deportati Internati Militari Italiani, tra loro il più celebre fu lo scrittore e umorista Giovannino Guareschi, non furono da meno, tanto che in oltre 50.000 non fecero ritorno a casa e morirono di fame, malattie e stenti nei lager nazisti del Reich”.

“Memoria non è solamente ricordare – conclude il Presidente Rizzo – ma anche ribadire il nostro ‘mai più’ alle discriminazioni e al razzismo. Anche per questa ragione le Forze Armate attuali si uniformano ai principi costituzionali e sono fatte da uomini e donne di ogni fede religiosa, colore della pelle, estrazione sociale o etnica. Sono un luogo d’integrazione al servizio della Patria e di cui ogni italiano può essere orgoglioso”.

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“Non si deve disperdere la memoria di questo sacrificio. Nel solo Regio Esercito tra gli ufficiali in servizio permanente attivo e quelli non in servizio, vi furono ben 3.057 ufficiali ebrei che vennero, di punto in bianco, messi in congedo. Tra di loro anche 25 generali in ausiliaria o della riserva”.

Il Presidente Rizzo ricorda come in base al Regio Decreto Legge 22 dicembre 1938, n. 2111 che dettava ‘Disposizioni relative al collocamento in congedo assoluto. E al trattamento di quiescenza del personale militare delle Forze armate dello Stato di razza ebraica, “lo Stato italiano si privò di ufficiali e militari graduati e non che avevano dimostrato sul campo l’attaccamento alla bandiera e alla Nazione”.

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“Le leggi razziali non risparmiarono nessuno – prosegue Rizzo – gettando nello sconforto tanti militari e le loro famiglie. L’epurazione anticipava la Shoah, tantissimi di questi servitori della Nazione finirono nei campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale. Le sofferenze dei deportati Internati Militari Italiani, tra loro il più celebre fu lo scrittore e umorista Giovannino Guareschi, non furono da meno, tanto che in oltre 50.000 non fecero ritorno a casa e morirono di fame, malattie e stenti nei lager nazisti del Reich”.

“Memoria non è solamente ricordare – conclude il Presidente Rizzo – ma anche ribadire il nostro ‘mai più’ alle discriminazioni e al razzismo. Anche per questa ragione le Forze Armate attuali si uniformano ai principi costituzionali e sono fatte da uomini e donne di ogni fede religiosa, colore della pelle, estrazione sociale o etnica. Sono un luogo d’integrazione al servizio della Patria e di cui ogni italiano può essere orgoglioso”.

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