Felicia Kingsley parla di ‘Appuntamento in terrazzo, libro che racconta una storia d’amore ai tempi del Coronavirus e scritto durante la quarantena.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!È uscito su tutti gli store online Appuntamento in terrazzo di Felicia Kingsley (Newton Compton, p152, € 2.99) il libro che racconta una storia d’amore ai tempi del Coronavirus. Una novella digitale che l’autrice, architetto modenese, ha deciso di scrivere durante la quarantena e il cui ricavato verrà devoluto all’Ospedale Policlinico di Modena.
Quando hai deciso di scrivere la novella?
«A fine marzo, quando gli effetti psicologici della quarantena iniziavano a farsi sentire e il bisogno di ritrovare serenità interiore si è fatto più insistente. L’ho scritta con la voglia di divertirmi e sorridere. La storia era così chiara nella mia testa che in meno di una settimana era conclusa.»
Devolverai tutto il ricavato all’ospedale Policlinico di Modena, hai già contattato l’ospedale?
«Sono in contatto sia con il Rotary Club di Modena che con il prof. Clini che dirige il reparto pneumologia. Spero che con i miei proventi possano acquistare il materiale necessario alla gestione dell’emergenza, dalle mascherine ai saturimetri.»
Sei riuscita in poche pagine a raccontare l’attualità, con tutta l’ironia che ti contraddistingue, ma hai anche suscitato emozioni e riflessioni che probabilmente tutti gli italiani hanno provato in questi mesi. È tutta immaginazione o hai inserito te stessa nella storia?
«Ci ho messo molto di mio, è stato un racconto molto personale, ma avevo bisogno di dar voce ai miei pensieri e ai miei ricordi. Un esempio su tutti, la scatola dei diari e annuari di Didi.»
Cosa hai fatto durante questi mesi a casa, oltre a scrivere “Appuntamento in terrazzo”?
«Ho telelavorato, come molti, ho cucinato e fatto ordine. Soprattutto fatto ordine. Non mi sono resa conto di quanta roba avessimo in casa finché non ho rivoltato tutti gli armadi, credenze e cassetti. Devo dire che dopo un severo decluttering si respira e si pensa meglio.»
La novella lascia alla fine tanta speranza per il futuro. Come credi si comporteranno gli italiani quando la quarantena finirà?
«Spero in maniera responsabile, perché fine della quarantena non vuol dire fine dei rischi e anche se il Covid-19 non fosse più una minaccia, dobbiamo fare tesoro di quello che abbiamo imparato durante questo periodo: nulla è scontato e la normalità è un privilegio.»
Sei italianissima, ma usi uno pseudonimo straniero. Negli anni ti sei mai pentita di non aver usato il tuo vero nome?
«No, devo dire che mi ci riconosco. Non l’ho scelto a caso e ci sono affezionata.»
«C’è un nuovo romanzo in uscita a brevissimo, proprio ora sto lavorando alla post-produzione, ma anche se so la data non posso ancora rivelarla perché visti i tempi, i calendari possono comunque variare in ogni momento. E poi, sto lavorando su un progetto nuovo del quale sono oltre la metà ma non so bene quando potrà uscire.»
Federica Cappelli