Emergenza Covid-19, a Caltagirone chiude un’altra attività. “La crisi sta investendo il nostro paese e sta toccando profondamente le attività”.
Emergenza Covid-19. La crisi sta investendo il nostro paese. Non è solo una crisi sanitaria, ma ormai sempre più sembra propagarsi nel mondo economico-produttivo. Tra le decine di attività che stanno avendo difficoltà a mettersi in moto, alcune non stanno proprio riaprendo. “MAIÊUTICA”, Centro Pedagogico Polifunzionale, è un’associazione che persegue scopi di utilità sociale, culturale e formativa, ispirandosi ai principi educativi della pedagogia e la sua attività si rivolge a bambini e ragazzi in età scolare con difficoltà di apprendimento e bisogni educativi speciali, per il recupero, il sostegno e il potenziamento scolastico riducendo il più possibile le distanze con il gruppo dei pari e favorendone l’integrazione sociale.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!L’associazione dedica particolare attenzione alla sfera emozionale attraverso laboratori e percorsi mirati, che in maniera più specifica vengono svolti durante il periodo estivo. Al suo interno conta numerose professionalità ma a causa della grave crisi, dell’inadeguatezza degli aiuti proposti e delle falle all’interno delle linee guida emanate purtroppo non riesce a riavviare i propri motori.
“Tra la paura e le nuove disposizioni di sicurezza che il governo ha emanato non riusciamo ad essere pronti a ripartire, il nostro amore per il nostro lavoro tante volte ci ha fatto superare ostacoli che sembravano insormontabili, in questo periodo di lockdown non abbiamo mai lasciato i nostri ragazzi aiutandoli e sostenendoli. Abbiamo sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo ma ad oggi per tutelare la salute di tutti abbiamo deciso di chiudere la sede fisica di viale Autonomia 20 con la speranza un giorno di poter rinascere in mille altre forme…” – affermano le titolari Alessia e Francesca.
Un’ attività questa che ha bisogno prima di ogni altra cosa infondere sicurezza ai più piccoli e di certo non può venir meno un aspetto essenziale e cioè quello del contatto ravvicinato con i ragazzi. La colpa ovviamente non si può imputare a nessuno, ma non possiamo permettere che una realtà di grande utilità per famiglie e ragazzi e di rilievo per la comunità anche grazie alla stretta collaborazione con i servizi sociali locali possa chiudere o addirittura non aprire più.
Riceviamo e pubblichiamo